Vado a prendere il treno del ritorno verso Dublino.
La domenica mattina Cork è grigia e sonnolenta. Gente che va a Messa, fa giardinaggio o trascina sacchi sonanti di bottiglie vuote. Non s’è alzato nemmeno il vento, il vento amaro di torba, sempre settembrino, che fa le nuvole leggere e l’orizzonte profondo. Da Dublino fino al Connemara (titoli di coda, please).
Grazie a Mark Chu per l’ospitalità e l’efficacissima traduzione di “Rosa Elettrica”, al Dipartimento Italianistica dell’UCC, ad Angela Tangianu e a tutto l’Istituto Italiano Di Cultura-Dublino (Naoise in particolare). Un grande abbraccio a Silvia, Isabella e David, a Marco, ad Alessia, a Graham, a Keith, a Louise (happy birthday, again).