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Non è disprezzare, ma il prendere atto di una situazione incontrovertibile: strainséir sei tu, siamo noi, sull’Isola. E non sei parte della loro gemeinschaft, ma solo di quella grande gesellschaft fondata sul diritto di spendere denaro. Gemeinschaft e gesellschaft sono due delle poche parole tedesche che conosco e le conosco perché quando ero giovane ho studiato filosofia: roba di Karl Polanyi, nella fattispecie. Se Malinowski e Radcliffe Brown non avessero avuto tutta questa fretta di piazzare l’ombrellone e l’asciugamano sotto un cocco, ma avessero invece preso la via per l’Isola, ci sarebbe stato da divertirsi. Il problema sorge quando ti tocca vivere senza far parte di una gemeinschaft. Perché sarei proprio curioso di sapere che cosa direbbero Malinowski e Radcliffe Brown se venissero qui dove abito, in Italia, e particolarmente nella città in cui abito, adesso. Ho già parlato del fatto che le isole sono luoghi speciali per l’umanità, perché, parafrasando il vecchio adagio nessun uomo è un’isola (John Donne, Thomas Merton), secondo me solo un’isola è umanità, perché solo l’isola (solo l’Isola?) richiede uno sforzo da parte di tutte le persone che non sono strainséir, che fanno parte della gemeinschaft dell’Isola, per essere, insieme, quello che sono (e, cavolo, devo ricordarmi di chiedere come si traduce ubuntu in Irlandese!). Perché? Perché altrimenti vince il mare.
Così se non sei un’isola saprai già almeno quel po’ di un’altra lingua per permettere a te stesso di svolgere il tuo lavoro, caro controllore del treno.
Così se non sei un’isola non mi guarderai infastidito, caro autista dell’autobus, perché ti ho chiesto di aiutare una persona anziana, e dal tuo punto di vista (ma non dal mio) strainséir.
Così se non sei un’isola, caro proprietario di Bed & Breakfast in cui c’è solo il bed, accoglierai i tuoi ospiti con una tazza di tè e non li costringerai a doversi loro adattare ai tuoi orari anche per darti i tuoi soldi.
And, dear Ruari and Rosemary, is really sad live in a place where is not a gemeinschaft.
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