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Storie inedite al San Patrizio Livorno Festival: Banville, Dunne, Vichi

È con immenso piacere che il comitato organizzatore del SPLF annuncia l’oggetto dell’evento principale del San Patrizio Livorno Festival: l’anteprima mondiale di un progetto letterario internazionale ispirato al lavoro di Calvino sui Tarocchi, progetto per il quale i tre scrittori ospiti d’onore del Festival: John Banville, Catherine Dunne e Marco Vichi, hanno scritto ciascuno una storia inedita.

Tarocchi di Dublino, Tarocchi d’Europa: da Calvino al Dublin Tarot Project, al SPLF!

La lettura de Il Castello dei Destini Incrociati di Italo Calvino mi aveva affascinato.

Da subito avevo avuto l’impressione che si potesse fare narrazione ispirandosi all’immaginario dei Tarocchi usato da Calvino e al meccanismo di gioco letterario creato da Calvino stesso.

Questa idea è rimasta dormiente, in qualche neurone, per un paio di decine di anni. Per farla germogliare in un progetto sono state necessarie Dublino e la straordinaria scrittrice con cui ho il piacere di lavorare: Catherine Dunne.

Se Dublino è la città più letteraria del mondo, non sarebbe bello ricreare quanto Calvino aveva fatto nel suo castello e nella sua locanda, ma sulle strade di Dublino?

La risposta di Catherine è stata: .

E la stessa risposta l’ha data John Banville.

Nel frattempo, mentre cominciavamo, qui a Dublino, a pensare a un progetto collettivo e multimediale (non solo scrittura, ma anche musica e arti figurative), attraverso il rapporto con uno degli sponsor del SPLF si apriva appunto anche un fronte italiano del progetto: perché anche Marco Vichi accettava di scrivere una storia, fiorentina sì, ma ispirata anch’essa dai Tarocchi.

Il miracolo di presentare al San Patrizio Livorno Festival i primi frutti di un progetto culturale di ampio respiro si era compiuto.

Storie inedite: i Tarocchi di Vichi, Dunne, Banville a Livorno

La presentazione delle tre storie inedite ispirate ai Tarocchi sarà l’evento letterario conclusivo del San Patrizio Livorno Festival, domenica 17 marzo 2019. Le storie saranno lette dall’attore Claudio Monteleone (un altro gradito ritorno: anche Claudio aveva già partecipato al Numero Zero del Festival).

Vi aspettiamo a Livorno!

About maxorover

Ebbene sì. Max O'Rover parla anche Italiano. E in Italiano scrive. Un Irlandese con la geografia contro, ecco chi è Max O'Rover. Il falso vero nome (quindi vero o falso?) di Max O'Rover è, ovviamente, in Irlandese: Mach uí Rómhar. "Rómhar" è il ventre, ma anche il ventre della terra, quello in cui crescono i semi, in cui nascono gli alberi. Mica male per essere uno che non esiste, avere un cognome così evocativo. Prima o poi la scriverò, la vera falsa storia degli uí Rómhar. La storia del perché ci hanno cacciato via. Una storia fatta di boschi sacri che non abbiamo difeso, di maledizioni scagliate contro di noi da Boann. Un pugno di druidi falliti costretti a scendere a sud. Fino a che la maledizione sarà spezzata. Fino a quando potremo tornare. Quando sono in pausa pranzo, ogni giorno, mangio una mela. Non getto mai i semi della mela nella spazzatura. Li getto nel prato. Perché sotto sotto ci credo, alla maledizione. Mi ricordo la maledizione. Ma non ricordo quanti alberi devo far crescere: dieci? Mille? Un milione? Intanto continuo a gettare i semi nel prato, e ad aspettare il ritorno a casa.

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