“Confiteor Deo omnipotenti, et tibi pater….”
“Per favore, parla nella nostra lingua, figliolo, Dio le comprende tutte ma questo suo umile servo no.”
“Le mie lingue ed i miei nomi sono molti e non tutti graditi in questo luogo: il mio primo nome è Samael o il portatore di luce.”
“Figliolo, la confessione è un sacramento, se desideri liberarti dai peccati, ti ascolto; se sei convinto di quel che dici questo è il luogo sbagliato per molti motivi.”
“Padre, se colei che chiami Dio non vuole ascoltarm…”
“Non nominarlo invano! Fuori di qui, va via.”
L’eco si spense.
Padre Eoin usci dal confessionale e lo trovò, così come tutta St. Patrick, pieni solo del suo stupito disagio e di silenzio.
Dundalk, Toale’s pub, 8 dicembre
“Una pinta, per favore Kev”
“Subito, Padre, giornataccia?”
“Tutto come al solito, sono solo i pazzi che aumentano.”
“Non dirlo a me… la tua pinta Eoin.”
Voce alle spalle del prete
“Una anche per me, per favore.”
La voce, quella voce; il gelo.
“Piccolo il mondo, Padre.”
“Anche troppo a quanto pare.”
“Se non hai voluto ascoltare in chiesa un penitente, magari ascolterai qui un compagno di bevuta.”
“Hai bestemmiato e mentito nella casa di Dio, ti serve un bravo psicologo piuttosto che una pinta ed un prete.”
“Qual’era la bestemmia e quale la menzogna, padre?”
“Chi dici di essere ed aver chiamato Dio colei.”
“Se non credi a uno non crederai all’altro, padre. Non ho modo per dimostrare chi sono; dovrai fare un atto di fede in un certo senso. Per cui non aspettarti zolfo, fiamme o forconi e code appuntite; quelle cose sono una prerogativa della fantasia umana, non mia.”
“Ascolta, fingiamo per un secondo che io ti creda, Signor….signor?”
“Samael.”
“Ok, Sig. Samael.” Solo Samael
“Come preferisci, Samael, convincimi; dimmi perché volevi confessarti e perché ti sei riferito all’onnipotente dicendo colei.”
“Padre, vedo che questa per te è una fissazione, per cui la lascerò come ultima cosa.”
“Molto gentile!”
“Grazie. Bando ai convenevoli, iniziamo. Il mio nome è Samael, molto di ciò che pensi di sapere su di me lo hai imparato in seminario ed è falso; ma si sa che la storia la scrive il vincitore. Sono stato descritto come un ribelle che per superbia ha sfidato Dio, non inchinandosi di fronte alla sua creazione prediletta: Voi, e per questo è stato sconfitto, scacciato e condannato a regnare agli inferi. La verità è più semplice e meno edificante per l’onnipotente. Mi sono ribellato, questo è vero, ma per troppo amore verso voi uomini: ciò che Dio non voleva donarvi e che io vi ho offerto non è il frutto del peccato, ma la conoscenza. Ti anticipo Eoin, non il sapere enciclopedico, no, il mio dono è stata la conoscenza del bene e del male. Io vi ho dato la luce del libero arbitrio. Questo ha mandato in collera la vostra divina, amorevole ed iperprotettiva madre onnipotente. La cacciata e la prigionia sono, purtroppo, veritiere così come il nome del vero superbo che si è incaricato di pugnalarmi alle spalle.”
“Hai altre favole per me, re degli inferi?”
“Ti ringrazio per la domanda. Gli inferi non sono un regno, sono la mia pena eterna.”
Alza la pinta e mostra a Eoin la sua ombra sul bancone
“Vedi, padre, l’ombra della pinta è più grande della vera pinta; gli inferi sono così: l’ombra dell’universo. Ho un reame immenso e vuoto, perché Dio nella sua infinita bontà chiama tutte le anime a se. Sì, Eoin, i vostri sproloqui, sulla dannazione delle anime sono veri solo per la mia anima. Regno su un silenzio più grande dell’infinito stesso.”
“Tutto molto affascinante, spiegami allora come mai sei tra i mortali.”
La mia prigione non ha sbarre, io posso andare libero per il creato, ma non posso tornare a casa, la mia condanna è di non ottenere mai il perdono di Dio. Lei non mi perdonerà mai, per questo chiedo di confessare il mio peccato.”
“Perché continui a dire Lei? Dio è uomo.”
“Ciò che hai imparato lo hanno scritto e raccontato uomini. Rifletti padre, se in ogni essere che vive chi porta nuova vita è la parte femminile e Dio vi ha fatti a Sua immagine, perché proprio Lui dovrebbe essere l’unica eccezione? Rifletti Padre Eoin!”
Samael si alzò e pagò le pinte: 30 monete. Si allontanò così verso l’uscita.
Due dita bagnate della schiuma di una pinta, un segno di croce verso una porta che si richiude
“Samael, Ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti, Amen…”.