Almha Moloney si aggirava per Newtown Pery in cerca di qualcuno a cui poter offrire le sue grazie, se così si potevano definire, per un po’ di denaro. Non era molto bella, né particolarmente intelligente, qualcuno al giorno d’oggi l’avrebbe definita una disadattata, io non so se davvero lo fosse, ma so per certo che Almha era un’anima semplice a cui la vita non aveva dato altro che miseria e sfruttatori.
Non c’era molta concorrenza quella sera, a dire il vero non è che proprio ci fosse molta gente in giro, era freddo e, praticamente come ogni giorno di Novembre a Limerick, pioveva. Quello era il periodo più brutto dell’anno, trovarsi sulla strada non era il massimo, ma che poteva fare se aveva così tanta fame? E poi se non portava un po’ di soldi a casa suo fratello l’avrebbe massacrata di botte e mostrarsi pestata avrebbe ancora di più allontanato ogni possibile cliente in un prossimo futuro.
Camminava avanti e indietro sulle strade dell’Irishtown, ogni tanto si metteva a fissare le luci fioche delle finestre delle case e il fumo dei camini, inspirando sentiva certi odori che rimescolavano il suo povero stomaco dove ormai non c’era rimasto neanche l’eco del poco cibo che aveva mangiato durante la giornata.
La fame era il suo chiodo fisso e su questa rimuginava: “Che bello sarebbe mangiare un Cottage Pie! Se solo trovassi qualcuno che avesse voglia di me potrei avere un po’ di soldi, un po’ di calore… ma per un Cottage Pie dovrei trovare più di un cliente, sarebbe un lavoraccio, ma ne varrebbe la pena.”
Almha s’immaginava quella carne sugosa, erano mesi che non mangiava un po’ di carne, poi la crosticina del purè da rompere affondando la forchetta per raggiungere quel pasticcio ricco di succhi deliziosi. Nella sua testolina, generalmente povera di grandi riflessioni, stava
cominciando a progettare il miglior cottage pie che si potesse desiderare. Cosa le serviva per realizzare il suo sogno? Prima di tutto la legna per il fuoco perché a casa, se casa si poteva chiamare quella stanza maleodorante di muffa e sporcizia dove viveva, non c’era rimasto niente da ardere. Poi le patate che erano tanto tanto buone, le spezie sì e quelle poteva trovarle facilmente, ma per la carne d’agnello avrebbe dovuto fare almeno un paio di ore a piedi, ma sapeva dove poterla trovare ottima e a buon mercato.
Mentre era intenta ad organizzare mentalmente un banchetto meraviglioso le si avvicinò un tipo per offrirle qualche penny in cambio di sesso orale.
Li per li si sentì un po’ dispiaciuta per essere stata distolta dalle sue fantasie ma poi pensò: “Meglio che niente, almeno avrò qualche penny per comprarmi qualcosa” e si avviò con quel tipo in un vicolo buio. Velocemente gli aprì i pantaloni, con un gesto meccanico prese il suo membro maleodorante e cominciò il suo lavoro, ma la sua mente tornò ancora sul Cottage Pie, succhiava e pensava a quello squisito pasticcio, al burro, alle uova, al succo di pomodoro, al tempo di cottura, a come si sarebbe preparata a quel delizioso pasto. Era così
concentrata da non riuscire neanche a sentire cosa le diceva quell’uomo che continuava a chiamarla sporca puttana mentre le spingeva la testa sempre più a fondo sul suo pene. Almha era anche abituata alle parolacce, essere trattata male faceva parte del mestiere, non ci faceva molto caso soprattutto quella sera che aveva ben altro a cui pensare, c’era quella bella idea di mettere insieme la carne di agnello ai piselli, alle patate, assaggiare con un dito la salsa Worcester prima di metterla nell’impasto, poi il brodo, le erbe da tagliere finemente, l’aglio, insomma un sacco di pensieri felici che la distoglievano da quello squallido rapporto e dal coltello che quell’uomo usò per sgozzarla.
Un racconto che lascia lividi nell’anima.