Soldiers and Chiefs è una delle più importanti esibizioni delle Collins Barracks, ovvero la sezione Decorative Arts & History del National Museum of Ireland.
La mostra è stata insignita del premio Best Exhibition Award per l’Irish Museum of the Year nel 2009. Occupa quasi una intera ala di un edificio importante nel panorama storico, e storico – militare, di Dublino.
Perché, come molti degli edifici storici dublinesi, anche le Collins Barracks riflettono la problematica della storia di quella che, di fatto, è stata una colonia europea del Regno Unito.
Soldiers and Chiefs, proprio perché dedicata alla storia militare, è essa stessa veicolo del rapporto ambivalente con l’Inghilterra, talvolta vista contemporaneamente come madre e come matrigna. Perché, se l’Inghilterra è l’invasore da combattere e cacciare, è anche la potenza mondiale a cui dimostrare, da Irlandesi, che gli Irlandesi appunto non le sono da meno: anche a costo di combattere per l’Inghilterra invece che contro…
Cinquecento anni di Soldiers and Chiefs

Il periodo coperto va dal 1550 al XXI Secolo.
Si inizia quindi dall’Irlanda sull’orlo degli avvenimenti che ne cambieranno la storia e la cultura per sempre: l’arrivo di Scozzesi e Inglesi a occupare le terre migliori.
Poi, il tentativo da parte cattolica, fallito definitivamente con la Battaglia del Boyne, di ambire al controllo della corona britannica.
Ed è così che ha inizio l’ambivalenza irlandese rispetto al potere britannico, una delle possibili chiavi di lettura di Soldiers and Chiefs: da qui in poi ci saranno Irlandesi che combattono per l’Inghilterra, e Irlandesi che combattono contro l’Inghilterra.
La rivolta del 1798 supportata dalla Francia è l’occasione mancata per l’Irlanda di promuovere la causa dell’indipendenza sul teatro europeo (chissà come sarebbero andate le cose con una Irlanda testa di ponte napoleonica a un passo dall’Inghilterra…).
Combattendo per… Il nemico
Fallito il tentativo, l’Irlanda è a tutti gli effetti parte dell’Impero britannico e per questo motivo all’Impero deve fornire uomini.
Con l’aumentare della coscienza nazionale e quindi con il diminuire della “affidabilità” la presenza irlandese diminuirà. Ma talvolta questi uomini si riveleranno degli eroi, anche combattendo sotto una bandiera che non è la loro…
Uno dei reggimenti più famosi (nel 1920 si ammutinò proprio contro la legge marziale in Irlanda, mentre era di stanza in India) è forse quello dei Connaught Rangers, di cui a Soldiers and Chiefs si può ammirare questo esemplare di elmetto coloniale della fine del XIX Secolo, perfettamente conservato.

Dal brumoso Donegal all’assolato Egitto o all’India lo shock culturale, e termico, non doveva essere da poco…

Bellissimo e perfettamente conservato anche questo elmo di un ufficiale irlandese della Bengal Horse Artillery, risalente al 1845 circa.
Tra Gettysburg e la Somme
Mentre la Guerra di Secessione Americana rappresenta un capitolo a sé, con Irlandesi gli uni contro gli altri tra soldati blu e soldati grigi, la Prima Guerra Mondiale costituisce il momento più complesso del rapporto tra Irlanda e Inghilterra nella loro storia militare: mentre reggimenti irlandesi si facevano massacrare nelle trincee, il 1916 era anche l’anno dell’Insurrezione di Pasqua, il moto di liberazione che porterà poi alla guerra di liberazione contro l’Inghilterra, alla creazione dell’Irish Free State e alla guerra civile.
Un periodo che gli Irlandesi non hanno ancora del tutto metabolizzato, se è vero che il destino, e poi la memoria, dei militari irlandesi della Prima Guerra Mondiale è argomento di due libri molto recenti: A Long Long Way di Sebastian Barry e Skippy Muore (Skippy Dies) di Paul Murray.
Il problema è sempre lo stesso: eroi o traditori?

Mentre decine di migliaia di Irlandesi combattono per l’Inghilterra, da Gallipoli alla Somme, conquistando trofei come l’elmetto della foto, a Dublino gli uomini di Michael Collins combattono la guerra sporca contro il dominio inglese, talvolta con equipaggiamento, per così dire, non convenzionale, come il giubbotto anti-proiettile “artigianale” dell’immagine.

Mentre alla Easter Rising, alla guerra di liberazione dagli Inglesi e alla guerra civile è dedicata una esposizione a parte, Soldiers and Chiefs prosegue con cimeli e ricotruzioni del periodo della Seconda Guerra Mondiale.
Guerra che l’Irlanda non ha combattuto (lo stato di allerta corrispondente è denominato The Emergency), e nella quale è stata coinvolta solo marginalmente, tra aerei americani che magari finivano per schiantarsi sulle montagne di Sligo ma ai quali si indicava la neutralità con segnalazioni a terra, e mezzi antiaerei pronti a sparare: perché l’Ulster era rimasto all’Inghilterra, e quindi territorio nemico per i caccia tedeschi che sganciarono anche bombe sul suolo della repubblica.
Soldiers and Chiefs continua con una sala dedicata al periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale e quindi agli interventi irlandesi sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Una sala che somiglia a un bello scatolone di giocattoli, visto che contiene autoblindo, un carro armato e addirittura due aerei!

Uomini, vele e… Cavalli
Soldiers and Chiefs si conclude con la riproduzione degli ambienti delle Collins Barracks “come erano” alla fine dell’Ottocento con le forze inglesi e durante The Emergency.

Alla storia dell’Asgard, lo yacht carico di armi e munizioni per combattere gli Inglesi, e al cavallo che si fece dall’Irlanda a Balaclava… E ritorno, dedicheremo presto altri post.
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