Tra viaggiare e andare in vacanza c’è una bella differenza. L’Irlanda per me, poi, è un discorso tutto suo. Per me l’Irlanda è casa, e il resto conta poco. Comunque il prossimo (quindicesimo) viaggio in Irlanda è diverso. Per la prima volta dopo molto tempo non si tratta di un ritorno, ma visiteremo luoghi sconosciuti… Un po’ di Sligo, Derry, e in mezzo, soprattutto, Inishowen. La scelta dell’itinerario non è casuale. E di sicuro non si tratta di una vacanza… Perché se la vacanza tende al vuoto…
… l’ovest dell’Irlanda, invece, ci ha già dimostrato quanto il suo nulla (non c’è altro: solo il territorio, in una autoreferenzialità che per qualcuno dalla bocca buona potrebbe risultare semplicemente terrificante) sia assolutamente denso di significati.
Questo viaggio ci porterà alla tomba di Yeats.
Un luogo che per molti artisti Irlandesi rappresenta meta di pellegrinaggio: dal ‘nostro’ Glen Hansard che l’ha visitata qualche mese fa (parlandone poi su Twitter), ai Cranberries, che alla tomba di Yeats hanno dedicato una canzone:
Del resto per noi l’Irlanda è esistita prima nei libri che nella “realtà”, e rimane, anche adesso che la conosciamo meglio (molto meglio, ma mai abbastanza) un luogo in cui la realtà e la, è proprio il caso di definirla così, fiction, si sovrappongono.
La Dublino reale è per noi anche la Dublino dei libri di John Banville e di Roddy Doyle.
Le Aran sono anche quelle di Niall Williams (no, non possono essere poprio più quelle di Synge…).
E le Aran, e il Connemara, sono, ormai, anche quelle di Martin McDonagh.
Il titolo del viaggio, The Lonesome West, è rubato dall’ultima parte della trilogia di Leenane, e Leenane è un paesino del Connemara.
Quindi, volendo, abbiamo barato con McDonagh così come lui ha barato con Leenane, attribuendo al povero tranquillissimo paesello la fama di deposito di omicidi, suicidi e carogne di ogni tipo.
Sul perché e il percome delle opere di McDonagh (mi verrebbe di dire: sulle opere di un altro falso Irlandese) vi consiglio di leggere il libro di Patrick Lonergan.
Per noi, invece, The Lonesome West è l’attraversamento di quella linea di confine tra ciò che abbiamo visto e ciò che vedremo per la prima volta, in direzione di quella Inishowen che è, guarda caso, anche il titolo di un libro e, soprattutto, un luogo che qualcuno ci ha obbligati a raggiungere…
E, come ci ha insegnato proprio Yeats, la linea di confine tra ciò che hai visto e ciò che potresti vedere nasconde il significato di tutte le grandi storie.
E dei viaggi.
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