In occasione del Montelago Celtic Festival Snow, iniziato il 25 gennaio e che si concluderà a metà Marzo, verrà presentato sabato 8 febbraio uno spettacolo di musica e teatro che si propone come un viaggio nella cultura Irlandese, partendo da William Butler Yeats. Abbiamo incontrato Cesare Catà: regista, mente pulsante e cuore pensante, dello spettacolo; Out of This Dull World è stato solo uno spunto per parlare di un amore comune, l’Isola di Smeraldo.
1) Un tema tratto da The Land of Heart’s Desire, un viaggio in Irlanda attorno all’opera ed alla vita di W. B. Yeats; da dove scaturisce l’ affascinante idea di Out of This Dull World?
Quest’anno si celebrano i 70 anni dalla morte di Yeats. Tutta la sua opera ha guardato all’Irlanda e alle sue radici storiche, mitiche e fiabesche per cercare di comprendere la Irishness, quello spirito culturale dell’Irlanda, quel genius loci dell’Isola Verde che tanto fu determinante per la sua unificazione e la sua indipendenza. Yeats aveva una visione magica e fiabesca dell’Irlanda, e ripercorrere le sue opere significa quindi fare un viaggio incantato tra i misteri e le bellezze di questa terra così intrisa di leggende e di bellezza.
2) Cesare Catà, regista e protagonista, voce narrante. Raccontaci qualcosa di più di questo spettacolo.
Nasce da un format in cui, insieme alla cantante Serena Abrami, all’attrice Pamela Olivieri e al maestro pianista Fabio Capponi abbiamo tentato di mettere insieme arti diverse: teatro, canto, musica, recitazione, filosofia. Lo abbiamo fatto a partire da questa estate, raccontando storie diverse come quella di Cappuccetto Rosso, Alice nel Paese delle Meraviglie, Peter & Wendy, utilizzando musica e parole per interpretazioni filosofiche e “pulp”, per così dire, delle fiabe della tradizione europea.
Quando Maurizio Serafini e Luciano Monceri ci hanno proposto di partecipare alla meravigliosa rassegna di Montelago Celtic Snow, per noi è stato naturale pensare di raccontare l’essenza dell’Irlanda attraverso gli occhi di William Butler Yeats.
3) Ho letto che la musica si intreccia sul palco con la letteratura; due passioni importanti per i lettori di Italish. Parlando della sfaccettatura letteraria, si ascolteranno solo brani di Yeats o altri autori Irlandesi si alterneranno “dietro al leggìo”?
I testi saranno tratti da poesie e lettere di Yeats, che da punti di vista differenti ci parleranno dell’Irlanda e delle sue magie. I brani musicali saranno tratti invece da differenti autori, con testi tipici della tradizione irlandese come, tra gli altri, Song for Ireland e Mná na hÉirean. I testi saranno recitati sia in Italiano sia in Inglese, mentre i brani saranno cantati sia in Inglese sia in Irlandese, e c’è anche una sorpresa in Elfico.
4) Come nasce la collaborazione con gli altri componenti del gruppo?
Veniamo da esperienze diverse, e io sono stato fortunatissimo a incontrare sulla mia strada persone con un così grande talento e una tale professionalità. Serena Abrami è una cantante ormai affermata a livello nazionale, che ha secondo me qualcosa di “magico”, sia per la sua voce incantevole, sia perché riesce a cantare in qualsiasi lingua, anche se ne ignora la fonetica, in modo perfetto. Come se le parole non desiderassero altro che essere pronunciate da lei. Con i nostri spettacoli, si è cimentata per la prima volta nella musica celtica, e sono convinto che questa sia la sua strada. Abbiamo la fortuna di avere con noi un musicista del calibro di Fabio Capponi, che è un maestro con un retroterra classico molto solido, e capace di destreggiarsi con disinvoltura e precisione in molti generi, con un talento speciale per le musiche da teatro, avendo una forte attenzione per quello che accade sul palco e per la musica migliore che si può accostare alle parole. Pamela Olivieri è a mio avviso un’attrice dalle grandissime doti, in grado di pronunciare con chiarezza e naturalezza anche le battute più complesse e i testi più oscuri. La sua grande abilità è riuscire a trasmettere i testi al pubblico, quasi li spiegasse mentre li recita, ed è propriamente questo (anche se troppo spesso lo si dimentica) quello che deve fare un attore di teatro.
5) Al di là dello spettacolo, intuisco che Cesare sia un altro amante di Irlanda; è così? Da cosa nasce questa passione?
Quella con l’Irlanda è un’affinità elettiva profondissima che mi accompagna da molti anni, da quando per la prima volta, adolescente, feci un viaggio di un’estate tra Sligo e l’Irlanda dell’Ovest. Da allora, sono tornato in Irlanda ogni anno, varie volte, talvolta per studiare, poi per lavorare, sovente solo per passarci qualche giorno. Ho tentato di fermarmici a vivere, in più di un’occasione, ma – per ora – non non ce l’ho fatta. Ma non ho ancora perso le speranze. Mi lega all’Irlanda una grande passione per la sua cultura, per la sua letteratura, per la sua musica. E ovviamente per la sua birra…
6) Qui ad Italish siamo innamorati della cultura Irlandese, in generale. Hai qualche suggerimento da dare agli Italiani in merito a libri o scrittori dell’Isola di Smeraldo che dovrebbero essere letti per capire meglio il popolo Irlandese?
Se dovessi consigliare solo alcuni libri sull’Irlanda, tra i tanti che amo, penserei ovviamente alle poesie di Yeats e alla sua raccolta di storie Fairy and Folktales of the Irish Peasantry; penserei alle raccolte di leggende di Lady Augusta Gregory e di Lady Speranza Wilde (la mamma di Oscar); penserei al primo libro mai scritto da uno straniero sull’Irlanda, il resoconto di Giraldus Cambrensis denominato Hibernica; penserei ai racconti “ribelli” di Brendan Behan e a quelli d’avventura sulle Isole Aran di John M. Synge; tra le cose più recenti, penserei ai romanzi di Catherine Dunne, finissima scrittrice di Dublino, e a La scoperta dell’Irlanda di Pub in Pub di, Pete McCarthy; tra i testi di Italiani dedicati all’Irlanda, penserei senz’altro al Viaggio in Irlanda di Mario Manlio Rossi…
Ah, dimenticavo, ovviamente, Dubliners di Joyce. Tutti testi che si leggono meglio con un sottofondo di musica celtica (e magari una pinta di Guinness).
7) C’è anche un tuo libro dedicato all’Irlanda?
Sì: si chiama “Filosofia del Fantastico“. E’ edito dalla casa editrice Il Cerchio, e propone un viaggio filosofico tra i miti e le fiabe irlandesi. C’è anche un altro lavoro sull’Irlanda, in preparazione, più letterario e più divulgativo.
8) Italia – Irlanda: sembra ci sia un legame speciale tra i due paesi (almeno dal nostro punto di vista), a iniziare dai nostri antenati immigrati che si incontrarono sulle strade per e dell’America. Sei d’accordo con questa considerazione; cosa credi accomuni queste due popolazioni?
Sì, sono profondamente d’accordo. Me ne sono accorto studiando in modo comparativo miti e fiabe marchigiane e irlandesi, e notando molti e non casuali motivi di contatto. Anche le bandiere lo testimoniano: basta sfumare un po’ il nostro rosso, o accendere un po’ il loro arancione, ed ecco che abbiamo gli stessi colori… In America, Irlandesi e Italiani si sono sempre fatti guerre spietate, proprio perché erano così simili, e quelle guerre non a caso spesso culminavano con dei matrimoni… Certo, ci sono anche moltissime differenze. Però e rivelativi come, oggi in Italia, vi sia un grande interesse e una grande passione per quell’Isola del Nord, e credo che sia una passione che nasce da qualcosa che affascina l’Italia più di ogni altra nazione europea, come se noi italiani fossimo capaci meglio di altri di amare l’Irlanda. E questo vale, in buon parte, anche per l’apprezzamento che gli Irlandesi hanno di noi. Più che popoli simili, direi che siano popoli in grado di comprendersi, e quindi di apprezzarsi, e quindi di amarsi.
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