Nuala Ní Chonchúir was very kind and extremely friendly to give us this interview, where she talks about her latest books, childhood in Ireland, Italian literature and must read (irish) books.
Nuala Ní Chonchúir è stata estremamente gentile e disponibile a concederci questa intervista in cui ci parla dei suoi ultimi libri, dell’infanzia in Irlanda, di letteratura italiana e di libri (irlandesi) imperdibili.
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Born in Dublin in 1970, Nuala Ní Chonchúir is a full-time fiction writer and poet, living in Galway county. She has published three collections of short fiction, three poetry collections – one in an anthology, and one novel. Nuala holds a BA in Irish from Trinity College Dublin and a Masters in Translation Studies (Irish/English) from Dublin City University. She has worked as an arts administrator in theatre and in a writers’ centre; as a translator, as a bookseller and also in a university library. Nuala teaches creative writing on a part-time basis. | ![]() |
Nata a Dublino nel 1970, Nuala Ní Chonchúir è scrittrice a tempo pieno di prosa e poesia. Vive nella contea di Galway. Ha pubblicato tre raccolte di racconti, tre raccolte di poesie (una in antologia) e un romanzo. Nuala ha conseguito il Bachelor of Arts in Irlandese al Trinity College di Dublino e un master in Traduzione Irlandese/Inglese alla Dublin City University. Ha lavorato come manager in teatri e centri di scrittura, come traduttrice, come libraia e nella biblioteca dell’Università. Nuala insegna part-time scrittura creativa. |
– About You and Nude Recently Fintan O’Toole, on irishtimes.com, wrote: The most basic plot of all – the move from innocence to experience – is the old reliable that Irish writers return to, continually reshaping it. He quotes Emma Donoghue’s Room, Paul Murray’s Skippy Dies, Claire Keegan’s Foster and Colm Tóibín’s shorts collection The Empty Family. Youis another book in the same stream, then:
I read Fintan’s article in The Irish Times and it certainly gave me food for thought. But I don’t think he reached any solid conclusion – he posits that there is an absence of a ‘strong socially realistic tradition in Irish fiction’. But he is ignoring writers like Dermot Bolger, Kevin Power, Anne Enright and John Banville when he says that. Maybe we have a glut of child narrators here but I don’t see that that makes us less engaged with the now in our fiction. Claire Keegan, Colm Tóibín et alii often write in contemporary adult voices.
My book is set in 1980 and the child narrator is ten years old. She goes into the city by herself to meet her Da (her parents are separated). It was normal back then for kids to go about like that by themselves. I went to school in the city centre as a child and I took the bus there and back, and walked through the city, by myself from the age of seven. Nowadays, we drive our kids everywhere to protect them. My eight year old doesn’t even go to the shop by himself.
For me, second person is a very natural, very Irish way to tell a story: close but at a remove. I find it a very comfortable voice to work in and I’ve written several short stories in it. So doing the novel in the second person was a very instinctive thing for me. It’s not a conscious act at all – I just love it, as both writer and reader. I like its peculiarity, its distance and, paradoxically, its intimacy. I loved Edna O’Brien’s A Pagan Place and Jay McInerney’s Bright Lights, Big City (both written in the second person).
It’s hard to pick a favourite but, if pushed, I like one of the Paris-set stories In Seed Time, Learn, which is about an Irish apple expert who as an affair with an old friend, after meeting her by chance on the way to Paris. I love Paris and it’s always fun to set a story there and do a bit of vicarious travel.
Oh yes. We’re not talking pornography here. Most of the bodies in Nude are in paintings or in love. It was a very enjoyable collection to write.
Is this a fantasy book?! Well, I think I’d quite like to read John Banville’s take on the nude. He is such a sensuous, lush prose writer, it would be interesting to see what he would make of a whole book on love and the body and sex.
I’ve been writing poetry since I was a child. And fiction, I suppose, since my early twenties. I finally joined a group and got serious about it all when I was 28. So I am about 13 years working hard at it.
I love the internet. I have a website and I keep a couple of blogs (one literary, one baking) and I’ve met a lot of great writers through the blog and Facebook. The web is a great marketing tool for writers.
Who would want to be James Joyce??!! He was wonderful but he was of his time. I would be more inclined to think, I’ll never be another Anne Enright. There is too much emphasis on dead writers – I want to see more kudos go to the living. Edna O’Brien will be 80 years old next month. We need to celebrate her – she is a fantastic writer and a fabulous woman.
Well, we need to make sure that culture is supported by lobbying the government. In a downturn, people return to simpler pleasures, like reading. Writers and artists need financial supports. Our life is so precarious: no steady income, no pension etc etc.
One of my favourite books ever is Silk by Alessandro Baricco. I have bought it for lots of people and I read it again at my book club recently. It is like a fairytale or parable and because of that there is repetition of certain passages and phrases and motifs which is very effective. It is beautifully written and translated (I read the Guido Waldman translation and I thought he did an excellent job.) I have also enjoyed Italo Calvino’s short fiction and non-fiction. And my husband bought me Umberto Eco’s On Beauty a few years ago and I love that. Clearly I need to get to know some good female Italian writers of literary fiction!
My publishers are in negotiations for an Italian translation of You. Fingers crossed!
Room – Emma Donoghue |
– Su You e Nude (i due libri più recenti di Nuala) Recentemente Fintan O’Toole, sul sito dell’Irish Times, ha scritto: la trama più semplice – il passaggio dall’innocenza all’esperienza – è il porto sicuro a cui gli scrittori irlandesi tornano, rimodellandolo continuamente. O’Toole cita Emma Donoghue con Room, Paul Murray con Skippy Dies, Claire Keegan con Foster e il Colm Tóibín della raccolta di racconti The Empty Family. Youè un altro libro dello stesso filone, quindi:
Ho letto l’articolo di Fintan sull’Irish Times ed è stato certamente per me materia di riflessione. Ma non credo che abbia raggiunto una conclusione solida – O’Toole afferma ‘l’assenza di una tradizione socialmente forte nella narrativa irlandese’. Ma dicendo questo sta ignorando scrittori come Dermot Bolger, Kevin Power, Anne Enright e John Banville. Forse abbiamo anche una sovrabbondanza di voci narranti ‘bambine’, ma non credo che questo ci renda meno coinvolti rispetto all’attualità nella nostra narrativa. Claire Keegan, Colm Tóibín e altri scrivono spesso con voci narranti adulte e contemporanee. Nella mia personale esperienza di scrittrice, trovo che scrivere dando voce a un bambino sia adorabile. I bambini esperiscono il mondo in modo meravigliosamente viscerale e questo può essere per la scrittura una sfida, ma anche qualcosa di molto divertente: è un trucco letterario e ciò che mi piace di questo trucco è l’aspetto dell’inventiva – saper mantenere il linguaggio giusto e il punto di vista limitato. Per il mio romanzo non ho deciso coscientemente di utilizzare la voce di un bambino – come per tutto ciò che un autore scrive, è la voce narrante a presentartisi e tu devi solo provare a vedere se funziona. Avevo scritto un racconto con la voce narrante di You e mi era piaciuto raccontarne la storia, così ho continuato a scrivere fino a trasformare il racconto nel romanzo. Credo che Emma Donoghue sia riuscita in maniera meravigliosa a far parlare la voce di Jack in Room: è veramente un bambino divertente, innocente, in gamba.
Il mio libro è ambientato nel 1980 e la bambina che ne è la voce narrante ha dieci anni. Va in centro da sola per incontrare suo papà (i genitori sono separati). Allora era normale per i ragazzini andarsene in giro da soli. Da bambina andavo a scuola in centro e prendevo l’autobus, camminavo per la città da sola già a sette anni. Oggigiorno, i nostri figli li accompagniamo in macchina ovunque per proteggerli: mia figlia di otto anni non è mai andata da sola neanche al negozio. Ho amato Paddy Clarke Ha Ha Ha di Roddy Doyle ed ho chiamato ‘Sinbad’ il cane in You come omaggio (Sinbad è il fratello di Paddy). Non ho avuto coscienza delle influenze mentre scrivevo, ma indubbiamente erano lì.
Per me l’utilizzo della seconda persona è un modo molto naturale, e molto irlandese, di raccontare una storia: vicino, ma a un passo. La trovo una voce su cui si può lavorare bene e l’ho utilizzata per molti racconti brevi: così, utilizzare la seconda persona nel romanzo è stato naturale. Non è assolutamente un atto deliberato: è solo una forma che amo, come scrittrice e come lettrice. Adoro la sua peculiarità, la sua distanza e la paradossale intimità.
È difficile sceglierne uno, ma, se costretta, direi una delle storie ambientate a Parigi: Nel Tempo Della Semina, Impara (il titolo è tratto da un aforisma di William Blake), su un esperto irlandese di mele che ha una storia con una vecchia amica, ritrovata per caso in un viaggio a Parigi. Amo Parigi ed è sempre divertente ambientarci una storia e fare così un po’ di viaggio-in-delega.
Assolutamente sì. Non stiamo parlando di pornografia, qui. Gran parte dei corpi di Nude sono rappresentati in dipinti o nell’atto di amare. È stato molto bello scrivere questa raccolta.
È un libro di fantasia?! Beh, credo che mi piacerebbe leggere il punto di vista di John Banville sul nudo. È uno scrittore così sensuale, dalla prosa così sontuosa, che sarebbe interessante vedere che cosa sarebbe un suo libro completamente incentrato su amore, corpo e sesso.
Scrivo poesie da quando ero bambina. E narrativa, direi, da poco più che ventenne. Infine mi sono iscritta a un gruppo e ho cominciato a fare sul serio a 28 anni. Così sono circa 13 anni che lavoro duramente sulla scrittura.
Amo Internet. Ho un sito e due blog (uno letterario, uno di pasticceria) e ho incontrato molti grandi scrittori grazie al blog e a Facebook. Il web è un grande strumento di marketing per gli scrittori.
E chi vorrebbe essere James Joyce??!! Era fantastico, ma appartiene al suo tempo. Io piuttosto penserei: Non sarò mai un’altra Anne Enright. Si pone troppa enfasi sugli autori già morti: vorrei che il prestigio andasse di più ad autori viventi. Edna O’Brien compirà 80 anni il prossimo mese. Dobbiamo celebrare lei, una eccezionale scrittrice e una donna fantastica.
Beh, dobbiamo fare pressione sul governo affinché sostenga la cultura. Nei periodi di crisi la gente torna ai piaceri più semplici, come leggere. Gli scrittori e gli artisti hanno bisogno di supporto finanziario: la nostra è una vita da precari, senza entrate sicure, senza pensione…
Uno dei miei libri preferiti in assoluto è Seta di Alessandro Baricco. L’ho regalato a un sacco di gente e l’ho letto nel mio gruppo di lettura recentemente. È come un racconto di fate, o una parabola, e per questo c’è una ripetizione di passi, frasi, motivi estremamente efficace. È scritto benissimo e ottimamente tradotto (ho letto la traduzione di Guido Waldman e penso che abbia fatto un lavoro eccellente). Ci sono molti non detto nella narrazione, è il lettore a dover fare le connessioni, e questo funziona molto bene a mio parere. Inoltre, è una lettura bellissima e toccante sulla forza delle donne. Ho apprezzato molto anche i racconti e la saggistica di Italo Calvino. Mio marito anni fa mi ha regalato Bellezza, di Umberto Eco, e l’ho amato molto.
I miei editori stanno trattando in Italia per la traduzione di You. Teniamo le dita incrociate!
Room – Emma Donoghue (Stanza, Letto, Armadio, Specchio) |
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