È notizia fresca e subito cogliamo l’occasione per segnalarvela: il 5 novembre Naomi Berrill, cantante, violoncellista, polistrumentista, ha presentato il suo secondo album a Firenze, al Festival La democrazia del Corpo.
“Vecchia conoscenza” di Italish Magazine, avevamo intervistato Naomi a settembre 2014, in occasione della preparazione del suo primo album, From the Ground, uscito di lì a poco, e di cui Naomi ci aveva parlato.
Nata sulla ventosa costa occidentale d’Irlanda, trasferita in Scozia per proseguire gli studi, arrivata in Italia per amore, Naomi è cresciuta in una famiglia di musicisti, e l’amore per la musica è il filo che lega le tappe del suo percorso musicale, che spazia dalla musica tradizionale irlandese al jazz, passando per la classica e il folk scozzese.
La curiosità di sperimentare tanti generi diversi si riflette anche negli strumenti che Naomi suona. Sì, perché a parte il violoncello, che è il suo strumento d’elezione, con cui si è laureata, suona anche la chitarra e la concertina.
E, naturalmente canta. Chi se ne intende l’ha paragonata, per timbrica, ad Emiliana Torrini (ricordate Gollum’s Song, dal Signore degli anelli?).
Date tutte queste premesse, l’album di esordio non poteva che ricevere critiche positive. E così è stato: tredici tracce per voce e violoncello che spaziano da Henry Purcell (“A new ground”) a Nick Drake (“From the Morning”), dal Pete Seeger pacifista di “Where Have all the Flowers Gone?” all’immenso Debussy di “Clair de lune”, da Paul Simon a Schumann.
Quelle di
“Naomi Berrill sono appetitose chicche a cinque stelle, per quella loro capacità di trasfigurare armonicamente le versioni originali, ripudiando ogni minima traccia di emulazione… Confidiamo, curiosi, in un secondo capitolo”.
(Rockit, Antonio Belmonte)
Dalla terra, al cielo
Questo secondo capitolo, o meglio, cd, è uscito, finalmente, e potrà così soddisfare la curiosità di critici musicali e amanti della buona musica in genere.
Il titolo, To the Sky, richiama, idealmente il primo album, From the Ground: vediamo, o meglio, ascoltiamo, se le nuove tracce sono davvero in grado di portarci “da terra al cielo”…