Musicanti d’Italia: Arpa Celtica – 7 Domande 7 a Mario Lipparini

La scena musicale Italiana legata al Trad Irlandese e ai suoi strumenti musicali è estremamente florida e in evoluzione. Con questa intervista iniziamo quindi a conoscere meglio chi la suona e gli strumenti tradizionali del folk Irlandese; si inizia parlando di arpa celtica e lo facciamo con un artista a tutto tondo, Mario Lipparini, profondo conoscitore di questo mondo, promotore di diverse iniziative musicali di notevole interesse. 856175_10202199184208277_1758847206_o Ma lasciamo che sia lui a raccontarcelo, proprio partendo dell’Arpa Celtica:

1. L’arpa celtica: per molti non addetti ai lavori è poco più del simbolo dell’Irlanda e della Guinness. Vorresti spiegare ai nostri lettori quali sono le sue caratteristiche principali ed in cosa differisce dall’arpa classica?

Con il nome di “arpa celtica” si tende a definire uno strumento a corda dalla lunghissima storia, che nella sua forma odierna più conosciuta ha un numero di corde da 24-26 a 34-38. Ma in realtà ce n’è una varietà infinita per numero di corde e per forma, per tensione e per potenza di suono, per timbro e per espressività e per varietà di repertorio eseguibile. Insomma, non è una scienza esatta. Si può dire che l’unica cosa in comune tra tutte le arpe è la forma vagamente triangolare (ma non è stato sempre così) e che montano corde. La differenza evidente, semplificando, con l’arpa classica è che con la celtica si deve decidere la tonalità del pezzo prima di suonare e impostarla sulle leve, potendo poi cambiarla con difficoltà manualmente durante il pezzo, mentre con la classica un sistema meccanico consente di farlo con appositi pedali. L’arpa classica inoltre permette di suonare in molte più tonalità. Sul significato dell’arpa irlandese per l’Irlanda bisogna raccontare questo: quando Cromwell venne in Irlanda dovette mostrare il suo zelo nei confronti della Regina d’Inghilterra che gli aveva comandato di sedare la ribellione alla Corona. Come capro espiatorio scelse gli arpisti, i quali avevano effettivamente molto sèguito, accusandoli di fomentare i disordini, cosa non vera. Così fece bruciare le arpe nelle piazze e decapitare, si dice, più di duemila arpisti. Questa cosa ebbe l’effetto opposto a quello desiderato, e intorno agli arpisti cominciò a radunarsi davvero la ribellione. Per questo l’arpa divenne il simbolo dell’Irlanda repubblicana.

2. Chi sono gli artisti fondamentali, a tuo parere, da ascoltare per introdursi nel mondo dell’arpa celtica, sia nel campo della tradizione che in quello della sperimentazione?

Quelli che hanno contribuito di più alla mia formazione e che consiglio sono in generale Grainne Hambly, Derek Bell (arpista scomparso dei Chieftains), William Taylor, Michael Rooney, Janet Harbison, e per l’arpa con le corde di metallo le grandi arpiste scomparse Grainne Yeats e Katrien Delavier; in questo periodo ascolto molto Paul Dooley. Per la musica Bretone mi piacciono Myrdhin e Dominig Bouchaud. Posso anche dare una divisione empirica in tradizionalisti (Derek Bell e William Taylor) e sperimentatori moderni estremi (Grainne Hambly e Michael Rooney, Laoise Kelly), ma preferisco vederla in modo diverso: le melodie le conosciamo, anche se tramandate in infinite versioni e sfumature; l’accompagnamento originale invece non ci è rimasto, e a loro modo tutti gli arpisti sono e sono stati sperimentatori, solo per il fatto che provano ad arrangiare in maniera diversa. Così ad esempio Grainne Yeats, che ha lavorato sulla tradizione più antica della musica d’arpa irlandese, è stata una grande sperimentatrice di arrangiamenti che pur risultando moderni danno una profonda sensazione di ancestralità e mi emozionano ogni volta di più. [youtube

3. Mario Lipparini: il tuo nome compare all’interno di gruppi come i Tune Collectors, gli Hidden Note ed anche in collaborazione con Seamus O’Kane, una leggenda nel mondo del bodhran Irlandese. Vuoi raccontarci qualcosa delle tue diverse attività più recenti?

Credo che la musica irlandese tradizionale abbia più anime. È facile notarlo, basta comprare un album di irish drinking songs, uno di musica da danza, uno di arpa celtica, uno di un qualsiasi musicista solista, uno di canto sean nós… Anche il mio amore per la musica irlandese ha più anime. Ho cominciato a studiare il flauto traverso irlandese per soddisfare il mio bisogno di suonare all’unisono, e come in certi momenti mi piace fare il solista con l’arpa, in altri fuggo il fatto che se suono io stanno tutti zitti ad ascoltare, e ho bisogno invece di fondermi con i suoni dei miei amici. Poi anche altri bisogni soddisfano tutte le anime, tipo quello di musica per emozionarmi, rilassarmi o (far) ballare… Così, come i Tune Collectors e il suonare con Seamus mi mettono a contatto con la musica più antica, così fare musica con gli Hidden Note mi mette in contatto con quella da danza, con tutti i suoi significati: unisono, suonare in gruppo, movimento, condivisione. I Tune Collectors e Hidden Note sono gruppi di amici che suonano insieme, che hanno condiviso la musica come ulteriore aspetto dello stare insieme. Invece con Seamus è un incontro casuale che si è sviluppato su un interesse comune, poi diventato amicizia. Lui è una persona assolutamente speciale, prima come uomo che come musicista o costruttore di bodhrán e di arpe. È un signore di altri tempi, antico ma curioso come un bambino. Suonare con lui è un’esperienza straordinaria per tutti, chiedete in giro.

4. Che musica ti piace ascoltare (arpa celtica a parte)? Che cosa c’è nel tuo lettore MP3?

Adesso ci sono: dischi vari di musica irlandese di solisti che si son messi insieme, Mick O’Brien (uilleann piper), Claude Bolling, Trevor Pinnock e Christopher Hogwood (classica barocca), Dire Straits, Mark Isham (Nell), Michael Hedges tutta la produzione strumentale, due versioni del nuovo mondo Dvorak, molto Sting, The Chieftains, gli U2, Amèlie (Yann Tiersen), i primi 3 album degli Iron Maiden, le Fiabe Sonore per i miei bambini. Ora che scrivo la lista mi accorgo di essere pochissimo aggiornato… [youtube http://www.youtube.com/watch?v=BhZSXv5sUY0&w=610&h=458]

5. Qui ad Italish amiamo parlare più in generale di cultura Irlandese. Hai qualche suggerimento su libri, scrittori e/o musicisti che pensi potrebbero aiutare uno straniero a comprendere meglio gli Irlandesi e la loro terra?

Kate Thompson, La danza del tempoEdna O’Brien, Ragazze di campagnaThomas Crofton Croker, Racconti di fate e tradizioni irlandesi. Poi amo molto William Butler Yeats, ma non sono un grande lettore di scrittori contemporanei. Penso che un canale importante di divulgazione della cultura irlandese sia il cinema, e quindi consiglio: Nel nome del padre, Le ceneri di Angela, Bloody Sunday, Il segreto dell’Isola di Roan, The Commitments, The Dead – Gente di Dublino, Michael Collins, Magdalène, Il vento che accarezza l’erba, Breakfast on Pluto, Svegliati Ned, The Closer you get (In Italia, Con la testa fra le stelle).

6. Italia – Irlanda: sembra ci sia un legame speciale tra i due paesi (almeno dal nostro punto di vista), a iniziare dai nostri antenati immigrati che si incontrarono sulle strade per e dell’America. Sei d’accordo con questa considerazione? Cosa credi accomuni queste due popolazioni?

So molto poco del legame tra i due Paesi durante le grandi immigrazioni americane. Vedo però un profondo amore degli Italiani per l’Irlanda, che credo vivamente corrisposto ma per ragioni diverse. Se da un lato noi amiamo la loro terra, alcuni (non tutti) i loro costumi, e parte del carattere degli irlandesi, gli Irlandesi che conosco amano il nostro clima e il nostro cibo, la luce e pure loro parte del nostro carattere. Ho scarsa esperienza di questo, ma la mia sensazione è che il passato di migrazioni abbia consolidato questo legame più all’estero, e che questa più recente… chiamiamola “infatuazione”, rischi di rimanere in superficie, essendo poi presto superata dal particolare, all’interno di ogni singola relazione italiani/irlandesi.

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7. Cosa vorresti fare da grande? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sono già grande, ma intendo proprio godermela. Pur essendo questo un hobby per me, mi dà grandi soddisfazioni, partendo da alcune amicizie ben solide a molte belle relazioni, per non parlare del grandissimo godimento del collaudato binomio note/birra. Questo è per quanto riguarda l’anima 1. L’anima 2 invece, che trae soddisfazione dallo studio e dalla scoperta, pensa che non smetterò mai di studiare. Per quanto possa sembrare strano non c’è limite a questo, e una sola vita non basterà di sicuro. Il repertorio irlandese è sterminato, e non c’è davvero fine a quello che ci si può fare. Per esempio, con Seamus abbiamo appena registrato un album con una trentina di tunes dal manoscritto di Edward Bunting, che ne contiene circa dieci volte tanto. E il Bunting non è la sola fonte… Il divertimento è assicurato almeno fino alla prossima reincarnazione.

About Aindrèas Ridire

Amante d’Irlanda, viaggiatore per professione, viaggiatore per hobby, mastro libraio e topo di birreria, consumatore compulsivo di libri gialli e di Harp e Smithwick’s, afroirlandese nell’animo, ha lasciato il suo cuore in Donegal mentre il suo corpo vaga fra le strade del vino della Trinacria, si emoziona e studia al suono di violini, uilleann pipes, arpe, e bodhrán, innamorato della vita e della sua compagna per la vita.

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