MO’R e la Sindrome di Mosè

Per quanto mi riguarda sulle religioni l’ultima parola l’ha detta Karl Marx: ebbene sì, concordo con lui sul fatto che le religioni siano l’oppio dei popoli. Troppo scientifico (e troppo tedesco?) però, Karl Marx, per potersi occupare, e preoccupare, della possibilità di un approccio laico alla spiritualità.

 

Perché una volta scoperta la trappola, anche le religioni hanno qualcosa di buono: anche loro raccontano storie. Se solo non si prendessero così sul serio!

Una delle tre religioni reciprocamente incompatibili è quella ebraica. Una religione che piace molto a un mio personaggio, ebreo:

Mi piace la mia religione: perché il Messia potrei essere io.

Così, ve la sbatto qui giusto per fare un po’ di autoreferenzialità. Vi è piaciuta?

Ma andiamo avanti.

La religione ebraica è la religione di un popolo. A un certo punto questo popolo è in cattività, è, diciamo così, costretto in massa a fare l’emigrato. Se le religioni non si prendessero troppo sul serio e si facessero, semplicemente, raccontare, potremmo dire che a un certo punto, nella non-storia di questo popolo straniero in terra straniera, arriva un Eroe: Mosè. E diamo buono che il suo nome significhi salvato dalle acque. Di questa storia, per questo post che non parla di religioni su un blog che non parla di religioni, non ci serve altro. Resta solo da ricordare, questo sì, come va a finire la storia di Mosè: riuscirà a riportare il suo popolo a Casa. Solo che lui, a Casa, non ci metterà piede.

Mi viene in mente qualcun altro lontano da Casa, qualcuno che, proprio grazie a Casa, è stato salvato dalle acque. Mi viene in mente una dedica, una promessa, un incantesimo (c’è differenza?) scritta nel 2008, nel momento più buio della mia vita, in una lingua che è quella del mio Popolo, ma che io non conosco: non moriremo qui.

Mosè, però, non tornò mai a Casa.

About maxorover

Ebbene sì. Max O'Rover parla anche Italiano. E in Italiano scrive. Un Irlandese con la geografia contro, ecco chi è Max O'Rover. Il falso vero nome (quindi vero o falso?) di Max O'Rover è, ovviamente, in Irlandese: Mach uí Rómhar. "Rómhar" è il ventre, ma anche il ventre della terra, quello in cui crescono i semi, in cui nascono gli alberi. Mica male per essere uno che non esiste, avere un cognome così evocativo. Prima o poi la scriverò, la vera falsa storia degli uí Rómhar. La storia del perché ci hanno cacciato via. Una storia fatta di boschi sacri che non abbiamo difeso, di maledizioni scagliate contro di noi da Boann. Un pugno di druidi falliti costretti a scendere a sud. Fino a che la maledizione sarà spezzata. Fino a quando potremo tornare. Quando sono in pausa pranzo, ogni giorno, mangio una mela. Non getto mai i semi della mela nella spazzatura. Li getto nel prato. Perché sotto sotto ci credo, alla maledizione. Mi ricordo la maledizione. Ma non ricordo quanti alberi devo far crescere: dieci? Mille? Un milione? Intanto continuo a gettare i semi nel prato, e ad aspettare il ritorno a casa.

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2 comments

  1. Caro Mosè, c’è una disciplina, la storia delle religioni, che le racconta queste religioni, è una delle scienze umane, ma almeno non ha il trasporto ideologico che caratterizza il suo oggetto di studio: la fede. Poi ho forte il presentimento che tu a Casa ci andrai e da lì darai inizio a un nuovo Mito… ai Riti di Casa se già molto avvezzo! :)

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