Sono le ultime ore a Dublino per quanto riguarda questa tornata. Molte cose rimangono in sospeso, ma tutto tende verso un’unica direzione: Qui. Come se le strade stesse lasciassero un posto vuoto che non è vuoto: è nostro, e dobbiamo venire a riempirlo. A riempirlo nel minor tempo possibile, certo, ma senza spaventarsi di tutto il tempo che sarà necessario.
In questi giorni ci sono stati momenti in cui mi sono commosso. E, sì: ho ricominciato a scrivere il romanzo. Sì: i pezzi della Statua stanno ricomponendosi. Mancavano solo due cose. La più importante non è arrivata ancora.
Il biglietto di sola andata per Qui non ce l’abbiamo ancora in tasca. Non sembra lontano, certo, ma finché non succede è come se non fosse cambiato nulla, siamo ancora qui ad aspettare.
Invece è arrivata la pioggia per farmi parlare di lei.
Nei giorni scorsi ci aveva provato, ma non era mai stata una cosa seria. Oggi invece l’Irlanda è proprio al centro di una zona di bassa pressione che ha deciso di darci dentro: già ieri era partita l’allerta meteo per le zone del sud-ovest.
Qui a Dublino ha iniziato a piovere ormai da quattro ore e andrà avanti per un bel po’. Qui lo chiamano tempo da sgabello, ovviamente da sgabello del pub.
Quando è arrivata la pioggia ero a Stephen’s Green, il pezzetto di Dublino che preferisco in assoluto. Oggi era proprio come nel libro che sto scrivendo: sotto una pioggia novembrina in un giorno d’estate. Il libro inizia con la pioggia. E con la pioggia di oggi so che il terzo libro sarà finito, lo avrò finito, entro qualche mese. In un mondo perfetto lo finirò a Dublino, dopo che l’altro tipo avrà finalmente trovato un lavoro con cui portarci tutti via, tutti Qui, finalmente.
Il Green sotto la pioggia è bellissimo. Mi intristiscono molto le persone che non riescono a comprendere la bellezza della pioggia.
Questo video, per certo, non fa per loro.