Miti celtici: dopo avere parlato dell’eroico Cú Chulainn, un altro post dedicato alla mitologia celtica, che ha influenzato e ancora continua a influenzare l’immaginario collettivo, dopo aver dato origine a bellissime storie nel corso di… un paio di migliaia di anni…
Miti Celtici: l’Irlanda dei Fir Bolg e dei Tuatha de Danann
Miti Celtici: le cinque invasioni dell’Irlanda
Ripercorrendo il Lebor Gabála Érenn (il Libro delle Invasioni, compilato dai monaci cristiani tra l’XI ed il XII secolo), troviamo riportate cinque successive invasioni dell’Irlanda: la prima, di re Partholon, fu annientata da una pestilenza; dalla successiva si parla sempre e comunque, sotto la maschera del mito, di popolazioni celtiche.
La seconda invasione, da parte della stirpe di Nemed, proveniente dalla Spagna, fu ricacciata dai terribili Fomori.
Morc e Conann furono i due re Fomori che combatterono contro la stirpe di Nemed.
Secondo la leggenda il popolo di Nemed, oppresso dagli esosi ed orribili tributi (due terzi del latte e due terzi dei… bambini!!!) si ribellò ed attaccò l’isola di Tory, roccaforte dei Fomori.
Conann venne ucciso da Fergus, uno dei capi dei Nemed.
Ma in quel momento, con truppe fresche, entrò in battaglia Morc: i Nemed furono sterminati.
(I Nemed) scesero tutti in battaglia, dopo la venuta dei Fomori;
tutti li sommerse il mare,
solo tre volte dieci ne risparmiò.
Eochy O’Flann, 960 DC – da I Miti Celtici – T. W. Rolleston
Nemed, Fir Bolg e Tuatha de Danann
Successivamente, la stirpe di Nemed tornò in Irlanda, ma ancora una volta fu soppiantata, questa volta dai Fir Bolg, una stirpe di agricoltori (riconducibile probabilmente alla popolazione celtica dei Belgi).
Secondo la tradizione il loro nome significa “popolo della bisaccia”, e per giustificarlo venne ideata una leggenda: i Fir Bolg si erano insediati in Grecia, ma poi vennero asserviti dalle popolazioni locali, che li utilizzarono per trasportare terra dalle piane fertili alle colline: per il trasporto, utilizzavano delle bisacce di cuoio e, stanchi della schiavitù, con le bisacce costruirono dei natanti, con cui arrivarono in Irlanda.
Secondo altre tradizioni provenivano invece dalla Spagna, che nell’immaginario irlandese significava letteralmente “l’al di là”, l’altrove assoluto.
Seguirono quindi i Tuatha de Danann, “la tribù della Dea Danu”, un popolo più civilizzato e dedito ad arti che, per i Fir Bolg, sconfinavano nella negromanzia.
I Fir Bolg rappresentano nel mito la forza bruta, che sarà battuta dalla saggezza dei Tuatha (le lance dei Fir Bolg sono pesanti e spuntate, mentre quelle dei Tuatha sono leggere ed appuntite).
Nella prima battaglia di Moytura, il re dei Fir Bolg, Mac Erc, sarà ucciso e il suo popolo sconfitto dai Tuatha di re Nuada, il quale perderà nella battaglia la mano che poi gli sarà ricostruita in argento.
I Tuatha lasciarono ai Fir Bolg la provincia del Connacht, impadronendosi del resto dell’Irlanda.
Tuatha de Danann: i quattro tesori
L’aspetto magico dei Tuatha è estremamente accentuato: si dice che siano arrivati in Irlanda dal cielo, avvolti in una nube magica.
Essi portarono con sé, dalle quattro città magiche di Falias, Gorias, Finias e Murias, quattro tesori magici:
Lia Fáil, la Pietra del Destino, sulla quale verranno incoronati i re supremi d’Irlanda (Ard Rí); la lancia di Lugh; la spada di Danu; il calderone di Dagda, che sarebbe stato sempre ricolmo di cibo per sfamare le truppe.
#forsenonsapeviche i calderoni erano un oggetto votivo, sotterrati o lanciati nelle acque dalle popolazioni celtiche per ingraziarsi le divinità.

#forsenonsapeviche la leggendaria Lia Fáil si trova a Tara, pochi chilometri a nord di Dublino.
Balor e la profezia di morte
Il campione dei Fomori, Balor dall’occhio mortale, sapeva da una profezia che sarebbe stato ucciso da suo nipote.
Per questo fece chiudere sua figlia, Ethlinn, in una torre su uno scosceso promontorio dell’isola di Tory.
Ma Cian, per vendicarsi di Balor che gli aveva rubato una vacca magica, si fece trasportare nella torre da una druidessa.
Cian amò Ethlinn, che ebbe quindi tre gemelli. Balor, furioso, dette ordine di ucciderli, ma uno dei tre cadde dal fagotto in cui dovevano essere gettati in mare, e così si salvò: egli era Lugh; dal padre imparò ogni arte e, divenuto ragazzo, fu sotto la tutela di Duach, il re di Faerie.
Lugh tornò nell’Irlanda “reale” con la barca di Manannan mac Lir, che leggeva il pensiero degli uomini e portava ovunque si desiderasse andare. Lugh aveva con sé anche il cavallo di Manannan mac Lir, che poteva cavalcare sia sulla terra sia sull’acqua, e una temibile spada magica, Fragarach.
Lugh riapparve proprio all’assemblea dei capi Tuatha per pagare il tributo ai Fomori, la cui delegazione venne pressoché sterminata: tra Fomori e Tuatha si preparava la resa dei conti.
Nella seconda battaglia di Moytura i Fomori furono guidati da re Indech, e si affidarono ancora una volta a Balor, il loro vecchio campione dall’occhio che uccide.
Ma la vittoria arrise ai Tuatha di Re Nuada Mano d’Argento, anche se questi morì nella battaglia proprio ad opera di Balor.
Lugh, come stabilito dalla profezia, uccise Balor, suo nonno. Innumerevoli gli atti eroici dei Tuatha, tra i quali spiccava, colossale, Dagdha.
Lugh fu il nuovo re dei Tuatha: la luce, rappresentata da Lugh figlio di Cian, il sole, aveva vinto sulle tenebre rappresentate dai pirati del nord, i Fomori.
#forsenonsapeviche il villaggio, e la contea, di Louth prendono il nome da Lugh.
Terribile invero era il tuono che percorreva il campo di battaglia: le grida dei guerrieri, l’infrangersi degli scudi, il lampeggiare e lo scontrarsi delle spade, delle dritte spade dall’elsa d’avorio…
Racconto Bardico della seconda battaglia di Moytura, raccolto da E. O’Curry
Miti Celtici: i Milesi, l’ultima invasione
L’ultima invasione fu quella dei Milesi, o Feni, o Goideli, dalla Spagna.
Nella tradizione sono considerati sostanzialmente umani, ma a guidarli è un Eroe – Dio: Amergin, il poeta druido.
I Tuatha avevano scatenato una tempesta contro le navi dei Milesi, ma la magia di Amergin è più forte e fa cadere la tempesta: le navi approdarono nell’estuario del fiume Boyne; i Tuatha vennero sconfitti nella battaglia di Tailtiu, Teltown.

I Milesi rappresentano nel mito delle invasioni una popolazione più evoluta: presero la guida dei Tuatha e dei Fir Bolg, in una società relativamente integrata di cui erano la classe dominante, l’aristocrazia guerriera.
La grandezza dei Tuatha divenne per i Milesi essa stessa fonte di miti, i capi dei loro nemici divennero divinità: il leggendario re Lugh, Dagdha, “Signore della Conoscenza e sole di tutte le scienze”, i suoi tre figli, che secondo alcune versioni del mito regnavano all’arrivo dei Milesi, tra i quali Brigid, la dea poetessa.
I leader Milesi si spartirono l’Irlanda: Eremon il nord, Eber il sud.
Il nordest ad Ir, figlio del loro fratello morto, il sudovest a Lughaid, loro cugino.
Ollam Fodla, “Il Dottore della Saggezza”, è il mitico ventesimo re dei Milesi: egli divise il territorio in Cantref, una sorta di unità amministrativa provinciale, ed istituì il Feis, parlamento, di Tara: un’assemblea triennale che riuniva i capi, i nobili e gli scolasti di ogni nazione.
Ollam è, sostanzialmente, la prima figura ben riconoscibile come (anche se con i vari rimaneggiamenti dei miti si estende il concetto di Ard Rí a tutte le popolazioni irlandesi) di “Ard Rí”, o Ard Righ, il re dei re delle nazioni celtiche d’Irlanda.
Secondo la tradizione, gli Ard Rí irlandesi furono centosette, dal Fir Bolg Slaigne a Ruaraidh Ó Conchobhar (1161 – 1198), che nel 1175 accettò il re inglese Enrico II come sovrano d’Irlanda.
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Immagini: Ireland’s Content Pool
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