Nel post precedente della serie Miti celtici for dummies abbiamo parlato della mitologia irlandese delle origini. In questo post, l’età dell’oro e il crepuscolo dei Celti d’Irlanda.
L’età d’oro dei Celti d’Irlanda: Cú Chulainn
Agli albori dell’era cristiana, divenne re d’Irlanda il signore dell’Ulster, Conor Mac Nessa, che troviamo coinvolto nel Táin Bó Cúailnge, “La razzia del bestiame di Cualnge (Cooley)”.
Re Conor appare come un sovrano illuminato, protettore dei poeti, e sostenitore dell’accesso alle professioni non per diritto di nascita ma per merito.
Curiosa la leggenda della sua morte: durante una razzia di bestiame, il campione del Connaught, Cet Mac Magach, colpì Conor con un tathlum, il proiettile preparato con cervello umano.
Il proiettile si conficcò nella testa di Conor, senza possibilità di essere estratto. Da allora, Conor visse evitando sforzi ed emozioni violente, fino a quando, alla notizia della morte di Gesù Cristo, accecato dall’ira, cercò di spezzare un albero in due con la sua spada, provocando l’esplosione del proiettile, che lo uccise.
Nel dipanarsi del racconto della mitologia celtica irlandese i giorni di Conor rappresentano l’età d’oro dei Celti d’Irlanda: calcavano le brughiere i Cavalieri del Ramo Rosso di Emain, gli eroi Fir Bolg della Gamanraide del Connacht e i Deaghaid del Munster; ma il più grande degli Eroi mitici fu Cú Chulainn (al quale abbiamo dedicato un intero post), “Il mastino dell’Ulster”.
Nato col nome di Setanta da Sualtim e Deichtine, ancora bambino, con uno scudo giocattolo, un giavellotto giocattolo, la sua mazza ed una palla sbaragliò cinquanta ragazzi che si stavano addestrando, guadagnandosi la fiducia del re Conchobor e scegliendo, secondo le profezie dei Druidi, una vita breve ma gloriosa.
Cú Chulainn è la figura dell’eroe perfetto, che vive tragicamente la vita da eroe: addestrato alla guerra dalla Dea Scathach, sarà costretto ad uccidere in battaglia Ferdiad, il campione del Connaught, suo più grande amico.
E sarà la vita da eroe a condurre Cú alla morte: i sei figli di Calatin, una delle tante vittime di Cú, esperti druidi, alleatisi con Erc figlio dell’ucciso Carpre e Lugaid figlio di Cú Roi, invasero l’Ulaid.
Colpiti dalle doglie, una maledizione che impediva loro di combattere, i guerrieri Ulaid poterono schierare soltanto Cú Chulainn, l’unico immune alla maledizione.
Dopo una terribile battaglia, Lugaid figlio di Cú Roi riuscì a colpire Cú Chulainn quindi gli tagliò la testa: la spada cadde di mano al mastino, tagliando la mano a Lugaid, che, per vendicarsi dell’ultima offesa, tagliò la mano destra a Cú Chulainn.
Il crepuscolo dei Celti d’Irlanda: Conor, Cormac e Fionn, Niall
Altri grandi re seguirono Conor: Conn Cento Battaglie, ucciso a tradimento a Tara, e Cormac Mac Art.
Il regno di Cormac, nipote di Conn, si distinse come un periodo di pace; Cormac costruì la Teach Mi Chuarta, la gigantesca sala da banchetto di Tara.
Secondo la tradizione, Cormac si convertì al Cristianesimo, che non era ancora arrivato in Irlanda con San Patrizio, sette anni prima di morire nel 267.
Il grande eroe dell’era di Cormac è Fionn Mac Cumhail, il leader del Fiann: una forza ben organizzata ed addestrata, direttamente agli ordini Dell’Ard Rí.
I miti del Fiann sono i primi ad avere una forte componente fantastica, fortemente indipendente da vicende storiche: i nemici dei Fiann sono esseri magici, provenienti dal mondo Fatato.
L’ultimo grande re prima della venuta di San Patrizio fu Niall dei Nove Ostaggi.
Niall sconfisse i Pitti, cioè gli Scozzesi, e combatté i Romani in Bretagna e Gallia, utilizzando i Pitti come alleati.
Non morì, Niall, per mano romana, ma per mano celtica: ancora una volta il popolo dei Celti dimostrava di non essere un’unità politica oltre che culturale, e fu questa la causa della loro fine, contro la compattezza della legge dei Romani da un lato e della religione cristiana dall’altro.
Celti d’Irlanda: La vita al tempo della pace
Senza cibo presto servito,
senza latte di mucca per allevare un vitello,
senza dimora atta all’uomo nella notte oscura,
senza mezzi per ospitare una compagnia di bardi:
questa sia la condizione di Bres
Satira del bardo Corpry contro Re Bres, da I Miti Celtici – T. W. Rolleston
Le popolazioni celtiche vivevano in costruzioni di legno, rinforzate all’esterno con fango, generalmente a pianta circolare.
L’uso della pietra per costruzioni prima dell’VIII secolo è rarissimo.
I tessuti più usati erano il lino e la lana; farina, uova, carne, latte e miele i principali alimenti, il bestiame uno dei parametri con cui si definiva la ricchezza.

Le principali vestigia d’epoca pre – celtica in Irlanda, utilizzate sincreticamente dai Celti ed entrate a far parte dell’immaginario collettivo, sono i cromlech o dolmen, sul significato dei quali c’è ancora incertezza (data l’associazione ad almeno due differenti funzioni, quella funeraria e quella di “calendari di pietra”.
I Dún, costruzioni in pietra che tradizionalmente sono considerate come le dimore degli ultimi Fomori, e successivamente le torri circolari, che venivano costruite in vicinanza delle chiese.

Il potere politico era nelle mani dei signori, che solo teoricamente dovevano poi uniformarsi alle decisioni del Grande Re, dell’Ard Rí.
Importantissimo il ruolo politico dei Druidi, consiglieri dei signori.
L’unità della società celtica è la tribù, suddivisa in clan. La competitività esasperata tra tribù, e anche tra i clan, è il motivo principale della sconfitta, politica ed amministrativa ancor prima che militare, dei Celti nei confronti dei Romani.
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