Leabhair, ceol agus scannán Árainn

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Avevo già lanciato qualcosa sulla bacheca del gruppo di FB a proposito dei libri, della musica e del cinema ‘araniti’. Vediamo di essere più precisi…

Tim Robinson: fear na mapaí
Ovvero, l’Uomo delle Mappe, come lo chiamano sulle Aran. Tim Robinson è un matematico e cartografo inglese che con la moglie Máiréad ha vissuto su Inis Mór per più di dieci anni, fondando poi a Roundstone, in Connemara, Folding Landscapes, una piccola casa editrice. Robinson ha percorso le tre isole praticamente metro per metro, raccogliendo notizie e leggende dagli abitanti, unendole a un approfondito studio geografico, geologico e storico delle Aran stesse. Tim Robinson non è un romanziere, ma, di fatto, ha fatto per le Aran ciò che Joyce fece per Dublino: ha racchiuso tutto il sapere delle e sulle isole nei suoi libri.

Stones Of Aran - Pilgrimage
Stones Of Aran – Pilgrimage
Stones Of Aran – Pilgrimage è dedicato alla costa delle tre isole.
Stones of Aran: Labyrinth
Stones of Aran: Labyrinth
Stones of Aran – Labyrinth è dedicato all’intrico di sentieri, pietraie, pozzi e rovine dell’Isola Grande, i circa quattordicimila campi in cui la superficie dell’isola è stata suddivisa dalla preistoria a oggi.
Oileáin Árann
Oileáin Árann

Oileáin Árann è invece un libretto che condensa il contenuto dei due tomi (Pilgrimage e Labyrinth sommano circa novecento pagine…) ma che, soprattutto, accompagna l’eccezionale mappa delle Isole. Mai una mappa è andatta tanto vicina all’essere ugale al territorio. L’opera di Robinson dimostra ancora una volta che la differenza tra passione e ossessione risiede solo nell’oggetto. E senza dubbio, questo tentativo da parte di chi nasce come matematico di dare un senso al mare caotico delle rocce aranite è una magnifica ossessione. Mi ha fatto piacere ringraziare Robinson per la sua Opera qualche giorno fa, quando ho messo mano a questo blog. Spero di poterlo incontrare, prima o poi (questa estate è a fare il matematico a Cambridge), per stringere la mano al fear na mapaí.

J.M. Synge: Il classico(?)

Le Isole Aran
Le Isole Aran

Non ho mai capìto se Yeats mandò Synge sulle Aran solo per toglierselo di mezzo… Comunque, Le Isole Aran è il risultato di cinque estati passate su Inis Meáin alla ricerca della vera Irlanda. Che dire? Ho sempre avuto l’impressione che le isole siano più belle del libro. Ma potrebbe anche essere colpa mia, e non di Synge… Curioso, però, come il non-scrittore Robinson sia riuscito senza dubbio in maniera migliore a cogliere l’alterità del pensiero delle Aran (quel pensiero – citando Robinson a braccio – per cui ciò che è falso talvolta è anche vero, cosa incomprensibile alle nostre orecchie aristoteliche).

Qui trovate la “nostra” versione del classico di Synge.

E adesso che cosa c’entrano il Belgio e Hollywood?

Dopo aver letto qualche libro di autori irlandesi lo impari subito: il pensiero è espresso obliquamente, per andare tra due punti si passa da ovunque, piuttosto che dar soddisfazione alla retta. E così, una delle ultime strade che mi ha riportato sulle Aran passa da Bruges, o meglio da In Bruges, di Martin McDonagh. Martin McDonagh è una specie di genio (mi piace definirlo un Tarantino con due marce in più: colto, europeo) che, nato in Inghilterra da genitori irlandesi, mentre viveva con il solo sussidio di disoccupazione ha iniziato a scrivere cose pirotecniche per il teatro, un cortometraggio che ha vinto l’Oscar nel 2005 (Six Shooter) e, appunto, In Bruges, storia di due killer dublinesi incastrati in una Bruges da cartolina.

Ebbene, McDonagh ha scritto una trilogia teatrale dedicata alle tre Isole Aran: The Cripple of Inishmaan, The Lieutenant of Inishmore e The Banshees of Inisheer (opera ‘ripudiata’ dall’autore, mai rappresentata né pubblicata). La seconda opera narra le gesta (?) di un terrorista cattolico tornato sull’Isola Grande perché il suo gatto non sta molto bene. L’opera inizia con una scena degna de Le Iene e termina con uno smascheramento dell’assurdità dei settarismi che ricorda il McLiam Wilson di Eureka Street.

The Cripple of Inishmaan
The Cripple of Inishmaan

The Cripple, invece, lo Storpio, ci racconta di un ragazzo appunto storpio che spera di aver trovato l’occasione di vivere una nuova vita grazie all’arrivo sulle Isole del cinema americano. E la storia è meno bizzarra di quanto possa sembrare, perché il cinema americano, sulle Aran, ci andò davvero: nel 1934 il documentarista di origine irlandese Robert J. Flaherty girò Man of Aran, e non tanto per raccontare le vere Aran, ma per raccontare le sue Aran, con una caccia allo squalo elefante che sulle Isole non si svolgeva più da anni e un personaggio principale, Colman ‘Tiger’ King, dal piglio superomistico che tanto piacque all’Italia fascista, facendo vincere al film la Coppa Mussolini al Festival di Venezia. Anche in questo caso le Aran sono state come uno dei semi che, scampati all’inverno, fa crescere la vegetazione nei crepacci delle sue pietraie a primavera: una band indie inglese, British Sea Power, ha pubblicato nel 2009 una colonna sonora per Man of Aran. Il risultato è semplicemente impressionante: come se le immagini avessero aspettato questi settantacinque anni per essere finalmente complete grazie alla musica. E veramente sembra impossibile come queste tre isolette spazzate dal vento finiscano per galleggiare con tanta frequenza nell’oceano delle interpretazioni umane…

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Massimiliano "Q-ROB" Roveri writes on and about Internet since 1997. A philosopher lent to the IT world blogs, shares (and teaches how to blog and share) between Ireland and Italy.

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