Kilbrack, Irlanda di Jamie O’ Neill: che dire, il tipo scrive benissimo.
Ma il libro non mi è piaciuto più di tanto…
La scrittura è profondamente irlandese, in questo caso non tanto (non solo) per i temi (potrebbe essere la provincia americana) ma per la costruzione ‘a incastro’ delle frasi.
Quel fenomeno dell’avere a che fare con una lingua che non è la propria…
Come se la penna fosse un po’ alticcia per la Guinness e così ha bisogno di un po’ più di tempo e di parole per finire di dirti quello che deve.
Il finale della storia non è convincente: o meglio, troppi finali in troppe poche pagine, per troppi personaggi. Se fosse stato un po’ più asciutto, sarebbe stato veramente un grande libro.
One for sorrow, two for joy …
… but what do no magpies mean?
Link O’ Teca: