"11, Emerald Street" di Hugh O'Donnell

Le recensioni irlandofile di @MaxMaG87: 11, Emerald Street di Hugh O’Donnell

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11, Emerald Street di Hugh O’Donnell
vanta (?) uno dei più piccoli siti che si siano mai visti.
Robbie è un tipico bambino di una tipica famiglia dublinese (molti figli, pochi soldi, troppa Guinness) che rischia la vita a causa di un brutto incidente per entrare a vedere una partita di hurling al Croke Park.
Quando viene tenuto in ospedale in osservazione, comincia a credere di essere stato destinato da Dio a salvare gli altri bambini, che sono messi molto peggio di lui, e a sistemare tutta una serie di faccende familiari, dalle più tragiche alle più grottesche.
Questo romanzo somiglia un po’ a Paddy Clarke, ma ha una peculiarità stilistica molto interessante: l’autore riesce sempre a lasciare nell’incertezza il rapporto tra protagonista della storia e io narrante, riuscendo a mantenere una ambiguità tra il personaggio e il proprio scrivere molto interessante, visto che è applicata al terreno ‘fantastico’ dei miracoli.
Qua sotto, un pezzetto di Emerald Street che adoro:
<<Visto chi?>>
<<Dio!>>
<<Davvero?>>
<<Sì!>>
<<Davvero l’hai visto?>>.
Lo tenevo per le palle adesso. <<Era…>>, mi sdraiai e chiusi gli occhi.
<<Era… non era come lo raffigurano, con la barba e il resto. E mi ha anche parlato di tutti quelli che sbagliano, dei peccatori>>.
<<Ma la voce era da vecchio?>>
<<No, te l’ho detto. Non era vecchio. Però in un certo senso sì, era vecchio, e… ah l’ultima cosa me l’ha detta in Latino. Ab Tomas pecatus penus>>.
<<E che vuol dire?>>, bisbigliò Tommy.
<<Di’ a Tommy di smetterla con le seghe>>.

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Massimiliano "Q-ROB" Roveri writes on and about Internet since 1997. A philosopher lent to the IT world blogs, shares (and teaches how to blog and share) between Ireland and Italy.

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