Incontriamo fin da subito una giovane e bellissima Alice Kyteler: attenta ai bisogni degli altri, istruita, intelligente e promessa sposa all’amico di famiglia William Outlawe dal quale avrà un figlio. William non è l’uomo che ama, ma già all’epoca Alice aveva una cristallina visione di quello che sarebbe stato il suo futuro.
“… il mio destino è già segnato e passeranno molte lune prima che io possa ricongiungermi a lui. Faremo quello che è stato scritto e accetteremo quello che ci è destinato.”
Tra le varie persone al suo fianco spicca Petronilla. La ragazza fu accolta dalla stessa Alice nella sua locanda quando ella si presentò incinta ed in cerca di un luogo dove poter stare.
Tra le due si creò presto un profondo legame e tale rimarrà nel tempo.
Incontriamo il priore Roger Outlawe, fratello di William Outlawe, protettivo nei confronti di Alice e probabilmente l’unico che riesca a contenere il forte temperamento di lei e a farla ragionare.
In questa prima parte del libro, siamo nel periodo storico compreso tra il 1296 ed il 1318, periodo in cui l’astio tra inglesi ed irlandesi è vivo, tagliente e pericoloso.
Nonostante le negative voci che iniziano a nascere sul suo conto e l’evidente gelosia nei suoi confronti, Alice continua imperterrita a seguire e a mettere in pratica la conoscenza ed i rituali dell’Antica Religione.
Mentre avidamente leggiamo questa prima parte, qualcosa inizia a preoccuparci. Alice è testarda, fedele all’Antica Religione, non le piace nascondersi e non ha paura di quello che è e che rappresenta: bellezza, intelligenza, conoscenza e ricchezza.
Da spettatori fuori campo, la vediamo crescere, diventare sempre più abile negli affari, sposarsi altre due volte ed avere una figlia.
A Kilkenny le voci sul suo conto diventano più frequenti ed iniziano ad assumere contorni prettamente religiosi: si vocifera che sia in combutta con il demonio e che da lì nasca la sua ricchezza, che abbia ucciso i suoi tre mariti, che sia una strega.
Nonostante questo, Alice continua imperterrita ad aiutare la gente quando ne ha bisogno.
La preoccupazione ha un nome e prende forma quando la persona che incarna quel nome tocca per la prima volta il suolo irlandese: Richard de Ledrede, inviato dal papa a Kilkenny per svolgere delle ricerche su un probabile covo di eretici, dediti a culti demoniaci e alla stregoneria.
L’odio nei confronti dell’Irlanda e dei suoi abitanti gli scorre nel sangue e si palesa in ogni sua parola, in ogni sua azione, in ogni suo sguardo. Richard incontra Alice ormai adulta, che non teme nulla ed in procinto di sposarsi per la quarta volta.
È in questa seconda parte del libro (1319-1324) che iniziamo realmente a temere per la sua vita e per chi, fedele, le è rimasto accanto. Non solo siamo preoccupati per Alice, ma anche per il segreto che custodisce e di cui Richard de Ledrede vuole impossessarsi ad ogni costo.
Lo stile è chiaro e scorrevole.
La descrizione particolareggiata di alcune situazioni le rende talmente vivide che ti sembra di annusare il profumo delle candele e ti sembra di essere presente durante i rituali dell’Antica Religione.
Un importante tassello della storia d’Irlanda prende una delineata forma e carattere in questo libro.
Per chi non conosce la storia di Alice Kyteler consiglio di leggere questo libro e lo consiglio anche a chi la storia, la conosce.
Particolari storici accuratamente descritti e fino a ieri a me sconosciuti hanno cambiato la mia opinione su quanto successo. Tra tutto, la convinzione che l’unica colpa di Alice fu quella di non aver abbassato la testa e di aver combattuto per se stessa e per la sua gente; se questa può essere considerata una colpa.