In questo post la mia prima volta a Dublino e mi presento: Morgana Bartolomei, graphic designer e fotografa fiorentina di MorganaDesign, partner di Q-ROB su progetti irlandesi e non, e ideatrice del nuovo logo di ItalishMagazine che presto presenteremo ufficialmente. Ma ecco Dublino, nel mio racconto.
La prima volta a Dublino: my personal trip in Dublin…
Sono al mio terzo giorno in Irlanda, fuori c’è un tempo da lupi e allora ne approfitto per mettere nero su bianco le prime impressioni di questa contraddittoria isola.
La mia guida italiana a Dublino mi ha raccontato tanti aneddoti, storie, leggende metropolitane e informazioni sugli Irlandesi e il loro stile di vita, ma vorrei provare a descrivere solamente quello che ho percepito, lasciando a chi è più esperto di me l’incombenza di raccontare quello che in realtà si comprende vivendo quotidianamente a contatto con la città.
I – L’Arrivo
Mentre l’aereo planava sull’aeroporto di Dublino il mio primo pensiero è stato:
Wow, guarda questo verde quanto è verde…
appena scesa dall’aereo mi sono diretta subito allo sportello dove poter acquistare la LEAPCARD per turisti, ovvero la carta per usufruire di tutti i mezzi pubblici di Dublino.
I due ragazzi alle casse erano entrambi pel di carota con una folta barba hipster color fuoco, e il mio secondo pensiero è stato:
Wow, ma sono veramente tutti rossi!?!?!?
Uscita dall’aeroporto mi aspettava uno delle centinaia di autobus a due piani che colorano la città: sono salita, ho chiesto all’autista quale fosse la fermata più vicina alla mia destinazione e mi sono messa a sedere…
Ding!
Il telefono mi avvisa che ha trovato una Wi-fi libera e mi chiede se voglio connettermi… Certo!!!
Quindi la “prima” terza considerazione su Dublino è che gli autobus hanno una Wi-fi libera che funziona benissimo.
Dopo un’ora abbondante di viaggio, incredibilmente l’autista si ricorda di me e mi chiama, per avvertirmi che la prossima fermata era quella che mi avrebbe portato a casa di Marie.
II – Marie
Questa volta, visto che in questo viaggio non ero accompagnata, ho deciso di utilizzare Airbnb per trovare un luogo dove pernottare. Cercando le varie soluzioni mi è saltato all’occhio l’appartamento di Marie, tipica signora Irlandese, ormai rimasta sola, che affitta la camera della figlia soltanto a ospiti di sesso femminile.
Appena sono arrivata Marie mi ha salutato calorosamente, mi ha fatto portare la valigia in camera e mi ha subito offerto una tazza di tè bollente, davanti alla stufa a pellet a fare un po’ di conversazione.
La casa appare accogliente e, contrariamente a quello che mi aspettavo, pulita, ordinata e senza quella maledetta moquette che gli inglesi notoriamente mettono dappertutto.
Niente bidet ma almeno Marie ha messo a disposizione un dispenser con le salviette igieniche che in genere si usano per pulire i neonati: ottima pensata! :-D
La camera è piccola e spartana, ma alla fine, mi serve solo per dormire, giusto!?!?!?
III – L’Irlanda è molto verde, ma non sono tutti rossi
Il mio primo giorno nella città della Guinness è iniziato presto, così, nonostante il freddo, alle otto ero già fuori casa cercando di catturare con la mia Canon le sfumature del cielo a contrasto con le tipiche costruzioni a mattoncini rossi che popolano il quartiere dove vive Marie.
Dublino, guardandone la mappa sullo schermo del mio smartphone, sembra enorme, ma in realtà è costruita a misura d’uomo, i quartieri hanno un’identità ben definita e osservando le persone che passeggiano per strada è abbastanza facile distinguere gli stranieri dagli autoctoni (e non mi riferisco ai capelli rossi o la pelle chiara e lentigginosa).
Nonostante il mio primo incontro in aeroporto, ho dovuto constatare che in realtà gli Irlandesi non sono tutti rossi, e non sono tutti altissimi e fighissimi. In realtà sono tutti alquanto normali: purtroppo la radice anglosassone si vede soprattutto nel modo di vestire. Proprio non riescono a mettere insieme dei capi che diano una parvenza di stile e di buon gusto!
Dopo una lunga passeggiata a zig zag fra le vie di un quartiere ancora non identificato, mi sono diretta a piedi verso St. Stephen’s Green, uno dei tanti polmoni verdi che colorano la città.
Ed è qui che noto un’altra caratteristica molto inglese… Giardini verdissimi, praticamente impeccabili, con fontane perfettamente pulite, aiuole ordinate, pratini privi di erbacce, cartacce o schifezze inappropriate.
Mi sono seduta su una panchina cercando di svuotare la mente, assaporando la tranquillità di un momento fuori dalla quotidianità… Improvvisamente è arrivata la pioggia ad interrompere questo fantastico idillio… Dammit!!!
IV – Il Cibo
Sono Italiana e, nonostante mi piaccia sperimentare e scoprire nuove applicazioni culinarie, adoro mangiare bene (e si vede anche dalla stazza!!!).
Ho inaugurato l’esperienza mangereccia Irlandese con un fantastico wrap di pollo al latticello…semplicemente divino, accompagnato da una semplice insalata con un dressing non troppo esagerato, il tutto irrorato da una freschissima RED ALE artigianale.
Ho continuato l’esperienza con una zuppetta di mare decisamente saporita, leggera e gustosa.
Dietro consiglio del mio accompagnatore non potevo non assaggiare il famoso cosciotto d’anatra accompagnato da un tortino di patate ed un’insalata di cavolo, meraviglioso, e per finire ho provato il tipico fish and chips (e qui Max mi ha raccontato una storia singolare, che attribuisce il successo del fish and chips grazie a una famiglia italiana emigrata in Irlanda più di 100 anni fa).
Mangiare a Dublino è decisamente facile: ci sono centinaia di locali che offrono qualsiasi tipo di leccornia, sia tipica irlandese che di cucina internazionale.
V – L’identità culturale
Dublino offre tantissime attrazioni, che ovviamente per il poco tempo non ho potuto visitare, ma la cosa singolare è che tutti i musei e le attrazioni Nazionali sono completamente gratuite.
La National Gallery, il Museo Archeologico, Il Giardino Botanico e tantissime altre attrazioni turistiche sono libere (che figata!).
Questo ci fa capire quanto siano orgogliosi di mostrare al mondo intero la loro cultura, senza che il costo del biglietto sia un deterrente, perché la cultura e la conoscenza sono di pubblico dominio, un diritto di tutti.
Passeggiando per Dublino è facile trovare librerie, negozi di musica (da noi sono quasi spariti) e una moltitudine di gallerie d’arte.
In realtà il mio viaggio a Dublino doveva essere prettamente di natura lavorativo-culturale, e infatti il sabato è stato completamente dedicato a un evento nato da un’interessante alleanza fra l’Istituto Italiano di Cultura a Dublino ed alcune istituzioni quali la National Gallery of Ireland, University College Cork ed altre università Dublinesi, che, in occasione del 750° anniversario della nascita di Dante, hanno organizzato una giornata di lettura pubblica dell’intera Divina Commedia.
Ha aperto la giornata il Presidente della Repubblica Irlandese, ma qui voglio aprire una parentesi:
Michael D. Higgins è un personaggio decisamente pittoresco, che pare uscito da uno dei racconti di Tolkien: minuto di statura ha un fascino sinceramente sorridente incorniciato da due ciuffetti di capelli bianchi e soffici come il cotone.
È entrato accompagnato da una guardia, che probabilmente era la più alta carica dell’esercito Irlandese, passando in mezzo a noi comuni mortali che nel frattempo ci eravamo alzati in piedi applaudendo in segno di rispetto, ha salutato tutti e con fare molto tranquillo e informale ha cominciato a leggere, in gaelico, il primo canto della Divina Commedia.
Dopo di lui si sono susseguiti scrittori, filosofi e celebrità che uno dopo l’altro hanno letto in Italiano, in Inglese, in Spagnolo e addirittura in Tedesco, tutti e 34 i canti dell’Inferno.
Però non nascondo che a metà pomeriggio dopo l’intervento di Catherine Dunne, la persona che ero venuta a conoscere ed ascoltare, ero talmente tanto cotta che mi sono messa a fare cose meno culturali, su instagram e Facebook…
VI I dublinesi nel tempo libero
Se c’è una cosa che a Dublino non manca sono i posti dove mangiare, ma soprattutto i posti dove bere!
Ho visto i dublinesi fare la fila solo per due motivi: ritirare agli sportelli bancomat (e per fila intendo più di 10 persone) e aspettare il proprio turno per ordinare una birra al bancone del PUB.
Quando Max mi raccontava che i dublinesi hanno un serio problema di alcolismo riuscivo male a immaginarmi una scena tipica di giovani scapestrati, ma oggi, mentre ero nei pressi di Temple Bar, ha cominciato a grandinare violentemente e ho trovato riparo in un pub, THE AULD DUBLINER.
Sembrava di essere entrati in un girone infernale… Non ho ben capito cosa stesse succedendo, ma il pub era invaso da un gruppo di “adolescenti” ad un passo dal coma etilico “tra-svestiti” da supereroi, teletubbies, infermiere sexy e qualsiasi altro travestimento anni ’80 dannatamente trash.
Ho evitato un paio di birre rovesciate sulla macchina fotografica, un bacio in bocca da un ubriacone e ringrazio il cielo di aver indossato degli stivaletti con la punta rinforzata, altrimenti dovevo rispedire a casa i miei alluci in un feretro! Posso confermare che i Dublinesi, sia giovani che grandicelli, hanno un serio problema di alcolismo… :-D
VII – L’Irlanda sta all’Inghilterra come il cavolo alla merenda
Non c’è che dire, questa piccola isola accanto alla patria della Regina Elisabetta è un mondo a parte e lo grida forte e chiaro.
I caratteristici abitanti di questo gelido scoglio spazzato dai venti del nord sono estremamente cordiali, proprio non riescono a camminare per la loro strada senza notare che stai guardando nervosamente i nomi delle vie per cercare di orientarti, e gli viene naturale di fermarsi a chiederti dove vuoi andare per offrirti indicazioni e suggerimenti.
Gli autisti degli autobus ti salutano quando sali e scendi, ti aiutano sui tragitti e si preoccupano se la fermata non è esattamente in prossimità della tua destinazione.
Gli Irlandesi sorridono sempre, ti chiedono scusa se ti urtano con la spalla mentre passeggi distrattamente e guardi i monumenti, e se non capisci bene quello che hanno detto te lo ripetono lentamente e con parole più semplici.
Probabilmente Irlandesi e Inglesi hanno soltanto la lingua in comune, anche se a dire il vero ne farebbero volentieri a meno, visto e considerato che continuano a mantenere tutte le indicazioni pubbliche, i nomi delle fermate degli autobus, delle vie e dei musei in doppia lingua, Inglese e Gaelico…