La mia vita in una fotocamera: Joby Hickey

Questa è un periodo importante per Italish. Tante novità hanno fatto capolino nel nostro blog, e allora una nuova chicca voglio darvela anche io! Oggi ho avuto la piacevole occasione di incontrare uno degli artisti più creativi della Duke Street Gallery: sto parlando di Joby Hickey. Super simpatico e gentile, Joby Hickey ha accettato con piacere di rispondere a qualche mia domanda!

Figlio d’arte del rinomato artista irlandese Patrick Hickey, Joby termina gli studi alla National Gallery of Art and Design; ma la vera passione per l’arte gliela trasmette suo padre, che lo incoraggia sin da piccolo ad esprimere tutte le sue abilità.

Italish:
Sappiamo bene che la tua prima vera ispirazione viene da tuo padre. C’è qualcosa che vi lega nei votri rispettivi stili?

JH: Penso che la cosa che più di tutte ci lega è la semplicità con cui ci piace esprimere il nostro mondo, ciò che vediamo. Tutto ciò che è semplice può impregnarsi di un valore grafico indescrivibile!

Dopo gli studi si trasferisce a Londra,dove inizia a lavorare nel mondo del cinema e dei documentari. Avvicinandosi a questo mondo, Joby scopre la passione per la fotografia,ed inizia a sviluppare proprie tecniche speciali in questo ambito, frequentando per quasi 5 anni la Facoltà di Fotografia a Londra. Il suo stile artistico, unico nel suo genere, trae ispirazione dalla sua passione per i film e le pellicole d’epoca.

Italish:
Oltre alla passione di tuo padre per l’arte, in che modo ti sei avvicinato al mondo della fotografia e dell’arte in generale?

JH: Avevo 10 anni quando ho ricevuto in regalo la mia prima fotocamera. Non mi ero mai sentito così felice. Pensavo che quello strano oggetto fosse qualcosa di magico, e che avesse il potere di trasportarmi in un’altra realtà, attirandomi verso di sé, perché è questo che fa una fotocamera, “aspira” e ingloba tutto il mondo esterno, al contrario di una torcia per esempio, che emana la propria luce verso l’esterno. Inoltre, un altro elemento importante per la mia passione sono state le vecchie pellicole in bianco e in nero: adoravo e adoro tuttora trascorrere i miei pomeriggi vedendo e rivedendo anche più volte al giorno i vecchi film in bianco e nero… Nascondono così tanti segreti, e io cerco di coglierli tutti per la mia arte!

Italish:
Perché fotografi e dipingi le semplici cose quotidiane come automobili, palazzi e strade?

JH: Ecco, a dire la verità io amo circondarmi di cose semplici, e di rimando amo dipingere tutte le cose semplici che mi circondano, e quindi cose quotidiane come automobili, bus, strade. Tutto questo fa parte della realtà che mi circonda, e soltanto afferrando questi piccoli istanti posso vivere a pieno nella realtà!

La sua bravura lo ha condotto ad esporre le proprie opere in tutto il mondo, da Londra a New York, alla Mostra Annuale alla Royal Hibernian Accademy di Dublino, ed inoltre i suoi dipinti sono in numerose collezioni sparse per il mondo, da Tokio a Brussels, da Parigi a Los Angeles. Eppure il suo cuore rimane attaccato alla sua terra, l’Irlanda.

Italish:
Come è il tuo rapporto con la tua terra d’origine?

JH: L’Irlanda è un posto magico, può regalarti visioni fantastiche, piccoli angoli di paesaggi incredibili. Credo che sia un posto perfetto se si è in viaggio, qui si ha la possibilità di scoprire nuove realtà, nuovi colori, insomma è una continua scoperta!

Italish:
Bloomsday sta arrivando (l’intervista è stata effettuata prima del 16 Giugno). Dublino è già in fermento per le celebrazioni dedicate a Joyce e all’Ulisse. Pensi che le opere di Joyce abbiano avuto qualche influenza sul tuo lavoro?

Certamente! James Joyce ha il potere di influenzare tutti gli artisti! Scherzi a parte, Joyce ha davvero influenzato il mio lavoro. Mio padre ne era molto appassionato ed è riuscito a trasmettermi anche questa passione! Avevo 17 anni quando per la prima volta ho letto un suo lavoro, Gente di Dublino (Dubliners) e da lì in poi mi ha conquistato!

Italish:
Quali sono i tuoi piani per la mostra dedicata proprio a Bloomsday organizzata dalla Duke Street Gallery?

Ho consegnato alla galleria un lavoro davvero molto interessante, è un foto-ritratto di James Joyce.

Vedremo se il pubblico lo apprezzerà! E sicuramente non mancherò il 14 Giugno, quando ci sarà la serata di apertura, pronto con la mia fotocamera a catturare i migliori momenti della serata per poi farne dei buoni negativi, magari potrebbero essere l’ispirazione per una nuova opera!

 

About Chiara Brandi

Studentessa salentina di Scienza e tecnica della mediazione linguistica presso l'Universita' del Salento, da sempre appassionata di musica e culture straniere (da qui il mio amore per le lingue!), attualmente in Erasmus Placement presso la Duke Street Gallery di Dublino (Irlanda). Il mio sogno e' quello di trascorrere il lungo viaggio della vita sempre "in viaggio"!

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