ItalishMagazine - Isole Aran - Puffing Hole

Le isole Aran: là dove nascono le nuvole

L’Irlanda, e le Isole Aran ancora di più, sono luoghi a cui la parola “suggestivo” si adatta a pennello. Ecco qua una suggestione nata sulle Aran…

Dove Nascono le Nuvole

Un (quasi) racconto sulle Isole Aran di Max O’Rover

Lo chiamano Puffing Hole, il buco che sbuffa.

È uno dei miracoli della costa occidentale di àrainn. Il mare ha penetrato la roccia per qualche decina di metri e, trovando forse una zona cava, ha provocato un crollo.

Un abisso di alcune decine di metri attraverso il quale il mare risale, verso la roccia, dentro la roccia.

Fino al cielo.

Ancora una volta, ciò che colpisce è l’equilibrio: il mare sale, la pioggia scende sui gradini perfetti che sono stati scolpiti solo dalla natura.

Ancora una volta, si coglie il respiro del pianeta.

La roccia, il mare, il cielo: è lì che nascono le nuvole.

Le onde impetuose dell’oceano si insinuano nel canale roccioso e si frangono sulla parete a picco della voragine.

Non esistono due onde uguali, così come non esistono due nuvole uguali.

Il mare, che vuole distruggere la roccia, dalla roccia viene distrutto in miliardi di miliardi di gocce.

La forza del mare, che il mare trae dal cielo e dal vento, fa risalire le gocce su dalla voragine al cielo.

È una metafora dell’Aldilà: alcune gocce, e sono una minoranza, salgono.

La maggior parte delle gocce torna indietro, dalla roccia al mare.

Le gocce che lo meritano diventano nuvole.

Forse l’Irlanda è così piovosa (ma lo è davvero?) proprio perché le nuvole di tutto il pianeta nascono lì, a qualche miglio dalla sua costa, su àrainn.

Mi è bastato affacciarmi all’abisso, in direzione opposta a quella da cui entra il mare, per capire.

È stato facile, perché le gocce risalivano verso di me e forse in una nuvola c’è un riflesso di me, in quella nuvola che è nata esattamente nel momento in cui io ero lì.

àrainn è abitata da migliaia di anni.

Migliaia di anni di sofferenza.

Non ha apparentemente alcun senso il fatto che gli esseri umani si siano ostinati ad abitare un luogo oggettivamente ostile senza distruggerlo, senza snaturarlo (quanto durerà?).

Hanno usato la pietra con la pietra, hanno creato la terra con la sabbia e le alghe.

Non ha alcun senso.

Ma mentre gli esseri umani non sono stati sempre quelli del qui e ora, quelli del Dio unico, i conquistatori e i distruttori, gli abitanti di àrainn sono invece da sempre i custodi del santuario delle nuvole.

Umani diversi, umani di un’umanità che non esiste più.

È facile immaginare generazioni e generazioni chiedersi << perché siamo qui? >>, e rispondersi con un incrocio di sguardi, dopo aver visto nascere un’altra nuvola.

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About maxorover

Ebbene sì. Max O'Rover parla anche Italiano. E in Italiano scrive. Un Irlandese con la geografia contro, ecco chi è Max O'Rover. Il falso vero nome (quindi vero o falso?) di Max O'Rover è, ovviamente, in Irlandese: Mach uí Rómhar. "Rómhar" è il ventre, ma anche il ventre della terra, quello in cui crescono i semi, in cui nascono gli alberi. Mica male per essere uno che non esiste, avere un cognome così evocativo. Prima o poi la scriverò, la vera falsa storia degli uí Rómhar. La storia del perché ci hanno cacciato via. Una storia fatta di boschi sacri che non abbiamo difeso, di maledizioni scagliate contro di noi da Boann. Un pugno di druidi falliti costretti a scendere a sud. Fino a che la maledizione sarà spezzata. Fino a quando potremo tornare. Quando sono in pausa pranzo, ogni giorno, mangio una mela. Non getto mai i semi della mela nella spazzatura. Li getto nel prato. Perché sotto sotto ci credo, alla maledizione. Mi ricordo la maledizione. Ma non ricordo quanti alberi devo far crescere: dieci? Mille? Un milione? Intanto continuo a gettare i semi nel prato, e ad aspettare il ritorno a casa.

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