In compagnia come cani

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Mi ricordo una sera della prima volta che rimanemmo lì. Era una serata meravigliosa, ce ne andammo a vedere il tramonto a Poll na bPéist. Il mare era mosso, ma non così tanto. A un certo punto vediamo un cane bagnato fradicio che ci viene incontro. Quella è la scogliera più tosta, piena di grottos, di cavità scavate dalla forza del mare, per cui non è facile capire se c’è qualcuno anche a solo pochi metri da te. Il cane, fortunatamente (per lui e anche un po’ per noi), non era da solo: dopo un po’ compare una ragazza, che aveva la canna da pesca e non era affatto preoccupata del fatto che il cane fosse fradicio.
Ci sono onde che potrebbero portarsi via il cane in un attimo, se il cane era fradicio con quelle onde ci aveva anche giocato, ma la ragazza era tranquilla, il cane era felice e non c’era nulla di sbagliato. La serenità, forse, è anche questo: la capacità di avere il coraggio dell’ottimismo. Che però, forse, deriva da quella rassegnazione che è, credo davvero, tipica dell’Isola. Da quella capacità di soppesare entrambi i piatti della bilancia (c’è un bellissimo passo raccolto da Robinson in cui un Aranita spiega che cosa sono la fortuna e la sfortuna, e la sfortuna è conseguenza della mancanza di rispetto: per Dio, ovviamente, e per il mare. Io non Credo, ma il passo è bellissimo ugualmente). Ci sono storie di animali uccisi dalla scogliera: storie che sono quasi leggenda come quella della volpe che sembrava sparire, o storie vere come quella dell’uccisione del bestiame dei maledetti O’Flaherty. Ma questi animali muoiono con le loro storie, invece di finire nell’ordinaria mortale contabilità che li schiaccia sotto le gomme delle auto.

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Massimiliano "Q-ROB" Roveri writes on and about Internet since 1997. A philosopher lent to the IT world blogs, shares (and teaches how to blog and share) between Ireland and Italy.

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