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La cosa più orribile che accade nella narrazione de Il Signore Degli Anelli è per me la distruzione degli alberi di Isengard da parte di Saruman. Tolkien ha detto cose bellissime sugli alberi e ha detto cose terribili sugli uomini. Tolkien, a mio parere, aveva ragione: sia sugli uomini sia sugli alberi.
E questo ci riporta sull’Isola.Sull’Isola ci sono pochissimi alberi. Rimangono alcuni toponimi che ne ricordano la presenza, ma l’Isola ha come colore dominante il grigio della pietra, non il verde delle piante: se gli alberi ci sono stati, sono stati utilizzati e quindi distrutti. Ci sono due luoghi in cui sono presenti alberi sull’Isola. Uno è vicino al nostro B&B, nel territorio tra Kilronan e la costa nord-est, quella che guarda il Connemara. Se ben ricordo gli alberi sono all’interno delle mura di quella che era stata una scuola protestante. Dell’edificio non resterebbe nulla, tranne appunto le mura di quello che poteva essere il cortile. Dentro, gli alberi: un caos di vegetazione che sembra lì lì per uscire, perché confinata là dentro non ha abbastanza spazio.
E poi c’è un altro luogo.
Lì gli alberi sono un paio, ma soprattutto colpisce quello che sembra un cipresso che è stato completamente rimodellato dal vento. anche questo albero è nato al riparo di un muro: ancora, la dimostrazione che, quando vuole, l’essere umano sa collaborare con la vegetazione. Quell’albero vede l’Irlanda e guarda l’Oceano, situato com’è in una posizione perfetta, alla sommità di una cnoc che ti richiede un po’ più di forza sul pedale per essere raggiunta e superata, affondandosi in una discesa di moderato ottimismo. Su quell’albero, su quella casa, si affollano ricordi ed esperienze di persone diverse, in tempi diversi, di vite vissute e stroncate e rinate, vite che hanno sfiorato l’Isola e altre che ci si sono radicate.
Come alberi.
Una delle cose da fare è arrivare a quella casa, a quel muro che protegge l’albero, e ascoltare quello che ha da dire: lentamente, perché così parlano gli alberi.
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