Gatti d’Irlanda

Diffida di chi non ama i gatti

[Proverbio irlandese]

Il momento dei… Gatti d’Irlanda…

Il 2013 è iniziato per ItalishMagazine nello stesso modo di tanti altri blog, progetti, vite: pensando a come è andata e pensando a come potrebbe essere il futuro. In una delle riunioni fiume (più o meno…) su bilanci & speranze, a un certo punto MephistX, l’eminenza grigia di questo blog (beh, non più così grigia visto che qui se ne fa nome e cognome e ci mette pure la faccia…) mi dice:

Ma perché non fai un bel post sui gatti irlandesi?

E lo diceva mentre il gatto di casa si strofinava voluttuosamente sulla sua (di MephistX, non del gatto) borsa. Perché sì, noi, MaxMag87, abbiamo un gatto. Lui (il gatto) non lo sa che è coinvolto come parte integrante della famiglia nell’operation relocation (e che, dovremmo lasciarlo qui? Certo che porteremo in Irlanda pure lui!). Intanto ci fa compagnia mentre scriviamo: fino a qualche tempo fa lo faceva come da foto (ma ormai il suo amato monitor CRT ci ha definitivamente abbandonato) appollaiato proprio accanto al vessillo dell’Éire che, hai visto mai ce la dimenticassimo, ci indica sempre la strada verso Casa…

Gatti d'Irlanda

A pensarci bene anche la bandiera una storia ce l’avrebbe. E pure quella fotografia attaccata alla mensola, una fotografia chiaramente dublinese. Ma oggi, qui, si parla di gatti.

Il più antico: Pangur Bán

Pangur è il più antico, e probabilmente il più famoso, tra i gatti legati a storia, letteratura e tradizioni irlandesi. Il suo nome significa follatore bianco (la follatura è l’operazione di pulizia della lana) e a lui è dedicata una poesia scritta sul manoscritto Reichenau Primer (ne trovate qui la copia digitalizzata) da un monaco irlandese, probabilmente un certo Sedulius (un monaco irlandese a Reichenau nel Medioevo non è assolutamente cosa strana, come dicevamo in un altro post). Gran bel quadretto quello della coppia di inseparabili, lo scriba e il gatto, l’uno che si allena per diventare sempre più bravo a uccidere i topi, l’altro nella scrittura, così da trarre la luce dalle tenebre. Trovate qui l’originale in Antico Irlandese con la traduzione in Inglese di Robin Flower. Il buon Pangur si è poi ritrovato protagonista di una intera serie di libri per ragazzi scritti da Fay Sampson. In essi, assieme al monaco che qui si chiama Niall, affronta avventure di ogni genere tra druidi, principesse celtiche, serpenti giganti e streghe. Come se non bastasse, Pangur viene catapultato da Reichenau al monastero irlandese di Kells nel pluripremiato lungometraggio d’animazione The Secret of Kells, in cui diventa un gatto magico che si barcamena tra due ragazzini, Brendan e Aisling, che appartengono lei alla tradizione celtica e lui al Cristianesimo. A Pangur è dedicata nel film una canzone, questa:


Mica male per un micio attraversare dodici secoli di storia!

Il Gatto, la luna e… Yeats

E, undici secoli dopo Pangur, siamo di nuovo a uno scrittore e al suo gatto, e in questo caso lo scrittore è William Butler Yeats. Una bellissima foto, questa, di un vecchio micio con il suo vecchio compagno di avventura terrestre (i gatti, si sa, non hanno padrone: io a volte penso al nostro come a un coinquilino).

Gatti d'Irlanda: Yeats and cat

Ai gatti Yeats dedicò The Cat and The Moon.
Il gatto chiamato in causa è Minnaloushe e sull’origine del nome non sapremo mai niente di certo. Certo è che il paragone tra gli occhi del gatto e la luna, uniti nella mutevolezza, restituiscono ancora una volta il senso di mistero e di alterità che contraddistingue il gatto. Potete leggere qui l’originale del poema, e qui la traduzione in Italiano.

I Gatti del Maestro…

Fedele alla sua amata e questo ce lo farebbe paragonare a un cagnolino. Ma anche assolutamente anarchico e con un ego smisurato: tratti, questi, decisamente gatteschi. Stiamo parlando ovviamente di James Joyce e anche quello che è considerato il più importante autore irlandese di tutti i tempi ha scritto di gatti: in una lettera al nipotino Stephen James, Joyce scrisse The Cat And The Devil, una storiella che è stata pubblicata e illustrata più volte. Bellissima l’interpretazione grafica dell’artista croato Tomislav Torjanac.

Gatti d'Irlanda: Tomislav Torjanac: Joyce's The Cat And The Devil

E al nipotino Joyce scrisse per lettera un’altra storia di gatti, ispirata da un suo viaggio a Copenaghen, appunto The Cats Of Copenaghen. Per una vera e propria guerra sui diritti d’autore la pubblicazione di questa seconda storia ha subìto numerose vicissitudini, ma potete averne un assaggio qui e qui.

Gatti d'Irlanda: Joyce's The Cats Of Copenaghen

Ma il più grande omaggio di Joyce ai mici non sta certo in queste due favole, bensì proprio nella sua opera somma, nell’Ulisse: sono quasi certo (e correggetemi se sbaglio) che sia proprio Joyce il primo autore a dare parola e voce a un gatto nella letteratura “alta”, con il surreale dialogo tra Leopold Bloom e la sua micia:

The cat walked stiffly round a leg of the table with tail on high.
– Mkgnao!
– O, there you are, Mr Bloom said, turning from the fire.
The cat mewed in answer and stalked again stiffly round a leg of the table, mewing. Just how she stalks over my writingtable. Prr. Scratch my head. Prr.
Mr Bloom watched curiously, kindly, the lithe black form. Clean to see: the gloss of her sleek hide, the white button under the butt of her tail, the green flashing eyes. He bent down to her, his hands on his knees.
– Milk for the pussens, he said.
– Mrkgnao! the cat cried.
They call them stupid. They understand what we say better than we understand them. She understands all she wants to. Vindictive too. Cruel. Her nature. Curious mice never squeal. Seem to like it. Wonder what I look like to her. Height of a tower? No, she can jump me.
– Afraid of the chickens she is, he said mockingly. Afraid of the chookchooks. I never saw such a stupid pussens as the pussens.
– Mrkrgnao! the cat said loudly.
She blinked up out of her avid shameclosing eyes, mewing plaintively and long, showing him her milkwhite teeth. He watched the dark eyeslits narrowing with greed till her eyes were green stones. Then he went to the dresser, took the jug Hanlon’s milkman had just filled for him, poured warmbubbled milk on a saucer and set it slowly on the floor.
– Gurrhr! she cried, running to lap.
He watched the bristles shining wirily in the weak light as she tipped three times and licked lightly. Wonder is it true if you clip them they can’t mouse after. Why? They shine in the dark, perhaps, the tips. Or kind of feelers in the dark, perhaps.

 

… E quelli di Bono

E dopo tanta letteratura un po’ di musica. Non ci risulta che Bono sia un madrelingua Irlandese, ma almeno un titolo as Gaeilge se lo è concesso, e il titolo è proprio dedicato a un gatto nero: An Cat Dubh. E sulle note di An Cat Dubh vi salutiamo.

Come dite? Che a voi piacciono i cani? Un po’ di pazienza e ne saprete di più anche sui cani d’Irlanda!

About QRob

Massimiliano "Q-ROB" Roveri writes on and about Internet since 1997. A philosopher lent to the IT world blogs, shares (and teaches how to blog and share) between Ireland and Italy.

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