Terza puntata della nostra collezione #dublino100. E inaugurazione di un’altra sezione: canzoni dedicate a Dublino. Cominciamo con Dirty Old Town.
Dirty Old Town: il testo della canzone
I met my love by the gas works wall
Dreamed a dream by the old canal
I kissed my girl by the factory wall
Dirty old town
Dirty old townClouds are drifting across the moon
Cats are prowling on their beat
Spring’s a girl from the streets at night
Dirty old town
Dirty old townI heard a siren from the docks
Saw a train set the night on fire
Smelled the spring on the smoky wind
Dirty old town
Dirty old townI’m going to make me a good sharp axe
Shining steel tempered in the fire
I’ll chop you down like an old dead tree
Dirty old town
Dirty old townI met my love by the gas works wall
Dreamed a dream by the old canal
I kissed my girl by the factory wall
Dirty old town
Dirty old town
Dirty old town
Dirty old town
Una canzone rubata
La riconoscete, nel testo, la nostra cara vecchia Dublino? Sì? Ebbene, in realtà l’autore, Ewan MacColl, la scrisse nel 1949 per Salford, Inghilterra. Negli Anni Sessanta la canzone viene reinterpretata da diversi artisti, e poi tutto cambia nel 1968.
Se ne impadroniscono i Dubliners, e la canzone diventa, da allora in poi, dublinese al 100%.
Se con i Dubliners la canzone diventa parte integrale della tradizione musicale irlandese, con i Pogues di Shane McGowan e la loro versione del 1985 si pongono le basi per farla diventare una icona dell’irlandesità nel mondo.
Tra le cover vi segnaliamo anche quella di Townes Van Zandt: non Irlandese, certo, ma fonte di ispirazione a sua volta per quella generazione di irish expat successiva a quella di McGowan: Van Zandt compare nelle colonne sonore sia di In Bruges sia di Sette Psicopatici, entrambi del “nostro” Martin McDonagh.
Quella Dublino esiste ancora? È mai esistita? È una Dublino proletaria e invernale, quella nel cui cielo il sole sembra un ospite timido che alla prima occasione saluta e se ne va. Una Dublino sempre in equilibrio tra tetraggine e laughter, una risata un po’ sguaiata, un’atmosfera resa magistralmente da uno scrittore che è sì irlandese, ma dublinese solo d’adozione. Uno scrittore di cui abbiamo parlato molto su Italish e che naturalmente sarà presente in #dublino100: John Banville (ancora più vicino a queste atmosfere quando scrive da Benjamin Black).
In conclusione: Dirty Old Town è una di quelle canzoni da caricare sul lettore mp3 prima di un viaggio dublinese, una di quelle da ascoltare in un pub e cantata da un busker in Grafton Street.
Una di quelle che fanno Dublino.
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