#CronachedaDublino 4: Il Ponte dei Mendicanti – Mostri marini e falsi bambini
ATTENZIONE! CronacheDaDublino torna anche nel 2014!
Una foto degli anni ’60.
Lei guarda in basso: la borsetta? No: sfoglia una rivista. Lei ha il cappotto.
Se la foto fosse a colori non cambierebbe assolutamente nulla: è notte e dai lampioni, timidamente, esce una luce corpuscolare che lotta contro la nebbia. Una luce definitivamente grigia.
In un angolo della foto due uomini con il giornale sotto il braccio (possiamo immaginarci copie fresche di stampa dell’Independent, gli uffici non sono lontani) guardano verso di lei dal marciapiede di O’Connell Street.
A una testa malata della mia stessa malattia non può non venire in mente che lei stia aspettando Quirke.
Poi c’è Internet e prova a toglierti tutta la magia, con il suo delirio di onniscenza: della foto (era il 27 Marzo 1956) e della donna ormai sappiamo tutto.
Ma O’Connell Bridge è il ponte di Dublino, che di ponti ne ha molti…
O’Connell Bridge è il ponte dei libri di Dublino: naturalmente compare nell’Ulisse, ma sono veramente molte le sue apparizioni nei libri irlandesi.
E non solo in quelli irlandesi: in #CronachedaDublino ci soffermeremo su un autore non Irlandese che ha parlato di questo ponte e dei suoi mendicanti.
Lo scrittore è Ray Bradbury e il libro è il suo diario di viaggio irlandese: Verdi Ombre, Balena Bianca (Green Shadow, White Whale, 1992).
Parleremo degli assurdi incontri di Bradbury con gli Irlandesi. Parleremo del falso bambino, e della sparizione del musicista.
E poi, poiché le nebbie del fiume nelle notti d’inverno sono quelle che al fluire della bassa marea allungano i tentacoli sul mare, nella baia, parleremo dei mostri lasciati soli.
E del bisogno che abbiamo di raccontare storie, per non dimenticare il mondo.
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