Ci sono alcune persone che vengono segnate dal destino. Con segnato dal destino io significo: il destino ti gioca uno scherzo che non ti dimenticherai mai. Un esempio: prendete un’astronauta. Io non ho mai voluto essere un’astronauta. Non me lo ricordo neanche più cosa volevo diventare. Il pompiere, quando avevo quattro anni, sì.
Ma si dice, dei bambini, che vogliono fare l’astronauta. O almeno si diceva. Forse ora vogliono solo fare i calciatori o i ricchi. Comunque, prendete una persona che prima o poi ha deciso di fare l’astronauta e, cavolo, ci riesce, a fare l’astronauta.
Lieto fine. E i razzi si accendono felici e contenti.
E invece no.
Perché mentre tu, astronauta, sei lassù, tua madre, quaggiù, muore. Attorno a te non c’è aria ma va tutto bene e tua madre, laggiù, smette di respirare. Quello che mi sconvolge in casi come questi è l’inscindibilità dei due ricordi. Ce l’ho fatta: sono nello spazio. E: mia madre è morta. Quella, l’inscindibilità, è lo scherzo del destino. In agguato quando pensi che le cose siano andate come dovevano, e ti resta attaccata addosso per sempre.