Il bello di ItalishMagazine è che non “vive” solo online: amicizie, iniziative, sono nate qui e si sono sviluppate nel “mondo reale”. Claudia McDowell è una amica di ItalishMagazine sin dagli inizi, e ha decisamente una vita… Italish!
Ecco che cosa ci ha raccontato Claudia, in occasione della festa per il restyling di Italish:
queste righe che scrivo di getto e, giuro, senza neanche rileggere, debuttano con un “grazie”.

Grazie: perché se non fosse stato per Max O’Rover e per la parola “Italish”, avrei continuato a pensarmi e dichiararmi “irloitaliana”. Che ammettiamolo, non suona proprio bene ma dipingeva abbastanza fedelmente il mio essere parecchissimo irlandese e assai parecchio italiana…
Ed essere irloitaliana, anzi, italish, è una bella fatica, lasciatemelo dire.
Dove finisce la metà irlandese ed inizia quella italiana?
Dipende.
Da dove mi trovo, con chi mi trovo, perfino da che tempo fa.
Se sono in Irlanda il mio aspetto fisico mi fa sentire immediatamente integrata, ma i miei picchi di italianità sono molto intensi.
Se sono in Italia, ecco che la mia irlandesità torna prepotente negli orari dei pasti, nelle abitudini, nel sorprendermi a dire “voi Italiani”, nel cercare la compagnia di Colm e Fiona al mio pub preferito.
Insomma, non c’è pace per un’italish come me, né un luogo che sia al 100% il luogo delle radici.
Ma in definitiva perché dannarsi?
Sono da un bel po’ sul cammino dell’accettazione della mia persona divisa in due. Nel mio DNA c’è posto sia per la lunga estate in spiaggia, il consolante trancio di pizza e la Roma, la Lazio; sia per l’odore di torba, i Troubles, il suono del bodhrán e le quattro stagioni in un giorno.
E tutto sommato ho fatto anche l’abitudine alla battuta frequentissima “e quale metà è irlandese di te? Verticale? Orizzontale?”.
Poi, certo, c’è un momento in cui quasi la frattura si salda ed è quando canto, quando divento Claudia McDowell & Revox, con la mia band, sul palco, in studio, quando l’urgenza di comporre e suonare ci divora, in quel luogo dove il linguaggio è universale e il rock mi rimette insieme, intera, pur portando dentro di me Tormarancia e la Tuscia, Turf Lodge e Stoneybatter.
Nella foto in testata, Claudia con Glen Hansard, a Roma.