Il titolo dell’evento era “Murder in the City”. Così, sul palco dello Sugar Club, ho letto alcune pagine di “Rosa Elettrica” in cui si racconta l’agguato su cui ruota gran parte della trama.
L’agente di polizia Rosa racconta una realtà che sta a poche centinaia di chilometri dalla sua, ma che sembra appartenere a un altro pianeta.
Così ho finito per parlare di un’Italia balcanizzata a livello sociale, economico e culturale, dove ottusi avventurieri cavalcano tutte queste divisioni per assicurarsi velenose rendite politiche.
Alla fine, mi è stato fatto notare che avrei forse potuto mettere in risalto anche la ricchezza delle diversità del Bel Paese. Disgraziatamente, è difficile oggi per un italiano vedere the sunny side of the street.
E, ovviamente, i muri che dividono gli italiani oggi non sono fisici e non hanno molto a che vedere con la regione di appartenenza, con il fatto che io faccio la torta con gli zucchini dolce e a venti chilometri la fanno con sale e pepe, ma con il grado di istruzione, l’agiatezza economica, le opportunità, l’accesso alla conoscenza, all’informazione e ai diritti. È quello che, purtroppo, i due protagonisti del libro, Rosa e Cociss, mi hanno insegnato.