Musica irlandese in Italia: il 2015
Kay McCarthy
Brigan
Davide Bonacina
Marzio Venuti Mazzi
Oltre ad essere un musicista (The Shire è il nome del gruppo di cui fa parte, ben conosciuto soprattutto, ma non solo, nell’area romana), Marzio è un vulcanico direttore artistico, promotore fra l’altro del Comhaltas Ceoltóirí Eireann Italia. Qui ci racconta qualcosa di questa interessantissima iniziativa e della manifestazione del 2014, ovviamente con uno sguardo rivolta alla prossima:
Il lancio del Comhaltas Ceoltóirí Eireann Italia è stato celebrato il 5 dicembre, 2014 all’Ambasciata Irlandese a Roma, con un concerto di musica tradizionale irlandese dai famosi musicisti Johnny Ringo McDonagh (bodhrán), Harry Bradley (flauto) e Jesse Smith (violino), accompagnati in serata anche da una selezione di musicisti italiani.
L’idea di aprire un ramo del CCE a Roma con lo scopo di riunire e aggregare gli appassionati di musica irlandese, ballerini e musicisti, ha una storia lunga, è basato su precedenti esperienze associative, che portarono all’organizzazione dei precedenti Fleadh e Festival e dal coinvolgimento di altri membri di altri rami di differenti parti del mondo; ma più di tutto è basato su l’incredibile interesse per la danza e la musica tradizionale irlandese.
Oggigiorno praticamente in tutta Italia si tengono raduni formali e informali, i musicisti creano gruppi, pubblicano cd, partecipano a concerti e session e condividono esperienze e conoscenza. Alcuni di questi musicisti frequentano la scena irlandese mantenendo contatti e creando legami con realtà ed eventi locali e internazionali.
Un fenomeno non nuovo che nasce negli anni 70 con una manciata di artisti che si trasferiscono a Dublino, Belfast, Galway ecc. La cosa certamente importante è la portata dell’evento: da un piccolo sparuto gruppo di fan fino ad un movimento artistico globale e in crescita.
Questo movimento culturale ha inevitabilmente prodotto una crescente qualità di persone coinvolte in questa musica ma anche un crescente e continuo bisogno di forme di aggregazione.
Il Comhaltas Ceoltóirí Eireann Italia nasce per accogliere e soddisfare, ove possibile, queste richieste, creando così il suo primo evento grande ovvero il Festival di Musica Irlandese che si è tenuto a Roma il 6 e 7 dicembre del 2014.
L’ambasciatore McDonagh e l’Ambasciata d’Irlanda sono stati di grandissimo aiuto e supporto e proprio come dichiarato dall’ambasciatore, durante la cerimonia di apertura: la consapevolezza e la percezione di un crescente movimento locale favorisce le collaborazioni produttive e i legami necessari per sviluppare i futuri progetti.
Da questo punto di vista la presenza di quegli incredibili musicisti presenti e arrivati dall’Irlanda per incontrare i musicisti italiani, va interpretata come l’inizio di una benefica cooperazione.
Dopo l’Ambasciatore McDonagh è intervenuto Marco Fabbri, direttore artistico del festival, che ha speso alcune parole in merito all’evoluzione di questo movimento musicale in Italia e all’importanza delle esperienze locali.
Poi è finalmente arrivato il momento di ceol agus craic! (più o meno: musica e divertimento).
Bradley, McDonagh (stesso cognome dell’Ambasciatore ma non imparentato) e Smith hanno eseguito dei bellissimi esempi di gighe, reel, arie e polke, seguite poi da una session insieme ai musicisti italiani, alla fine delle quali vari ospiti presenti, incluso l’Ambasciatore hanno cantato dei brani tradizionali.
I tipici elementi essenziali di una serata incantevole all’insegna dell’ottima musica. Il giorno dopo il ricevimento è iniziato il vero e proprio fleadh (= festival) con la supervisione mia e di Augusto Ferraiuolo, un momento di grandissima aggregazione e didattica con musicisti provenienti da tutta la penisola per partecipare a laboratori, session e dibattiti, il tutto è stato organizzato al Circolo Gianni Bosio, nella storica area romana del ghetto.
Ogni insegnante (McDonagh, Bradley e Smith) aveva una classe di almeno 15 studenti tutti molto ispirati e concentrati ad apprendere il più possibile.
I maestri sono stati di grande aiuto, non solo nell’insegnare tecniche e dritte sull’esecuzione, ma anche suggerendo attitudini e prospettive e, perché no, condividendo ricordi ed esperienze.
Gli studenti hanno beneficiato di tutto questo scambiando poi opinioni con gli insegnanti. Alla fine di ogni giornata di studio, dopo aver cenato insieme, è cominciata la session che ha coinvolto tutti i musicisti presenti ma anche altri arrivati la sera, che magari non avevano potuto frequentare il corso di giorno e che hanno comunque contribuito a un grandissimo momento di musica e divertimento.
Nonostante la grande quantità di musicisti presenti (che non sempre è indice di qualità) il livello dell’esecuzione è stato notevole e godibile.
La domenica sera prima della session, c’è stato il concerto di “arrivederci” dei tre maestri, un momento di grande musica con un tocco di malinconia per un’esperienza che si sarebbe poi conclusa con la grande session finale. Ma adesso tutti a lavoro per il prossimo festival!
Francesco Bettoni (Inis Fail)
16 anni di attività , centinaia di concerti in tutta Italia e all’estero, 4 CD, (“Tradizionale”, “One More”, “The Blue Bottle”, e il recente “Rebound”), sono i numeri che fanno di Inis Fail una delle più conosciute ed apprezzate Irish music band in Italia.
Lo stile ormai maturo del gruppo, la compattezza dell’insieme, emergono nel disco del decennale, “Rebound”, una delle espressioni più compiute della scena irlandese made in Italy. E che il gruppo abbia ben assimilato la lezione tecnica della scuola musicale dell’isola verde, lo confermano le collaborazioni con autorevoli musicisti locali, come Arty McGlinn o Liam O’Connor.
Francesco ci ha raccontato qualcosa dei loro progetti per quest’anno:
Il 2015 per Inis Fail sarà un anno entusiasmante. Ci stiamo dedicando attualmente alla registrazione di un nuovo disco frutto di intensi anni di ricerca sonora. Le prime sessioni di registrazione stanno rivelando il prezioso contributo che Colm Murphy ha saputo portare al gruppo, dando particolare attenzione ad un’essenzialità ritmica capace di sostenere con un sound dal “taglio” originale e moderno melodie e canzoni tradizionali.
Un anno importante questo per apprezzare la più che decennale attività di Inis Fail con un pubblico amante non solo della tradizione, della musica, ma anche della buona birra…
In programma quest’anno ci sono molte sorprese, la prima è che non abbiamo tanti programmi, a proposito… Dove andate al mare quest’estate?
;-)
Con l’affetto e l’ironia che talvolta ci ha sorpresi al bancone di un pub, il 2015 di Inis Fail sarà un anno davvero interessante, continuate a seguirci.
The best Irish band I’ve seen in Italy were the Dirty Irishmen, they’re brilliant- here’s their site: http://dirtyirishmen.wix.com/site